E’ stato convocato per questa alle ore 21,30 quello che molto probabilmente sarà l’ultimo consiglio dei ministri al quale parteciperanno la Bonetti e la Belladonna, esponenti di Italia Viva. Matteo Renzi, infatti, ritirerà la fiducia all’esecutivo precipitando il Paese in una crisi politica dagli sviluppi imprevedibili nel pieno di una crisi economica e sanitaria da fare paura. Se non sarà possibile varare (come sembra) un governo di unità nazionale o salute pubblica non resteranno che le elezioni. Una incertezza politica, dunque, che caratterizzerà i prossimi mesi e metterà a rischio le risorse del Recovery Fund e la gestione dell’emergenza sanitaria e il piano delle vaccinazioni appena iniziate.
Ieri sera il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha inviato a tutti i ministri la nuova bozza del Recovery Plan, “rielaborata all’esito del confronto con le forze di maggioranza sulla base delle varie osservazioni critiche da queste formulate”, fa sapere una nota di Palazzo Chigi.
Si tratta di 171 pagine. Il Piano nazionale di rilancio e resilienza, a quanto si legge nel testo, “si articola in 6 Missioni, che a loro volta raggruppano 16 Componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del governo. Le Componenti si articolano in 47 Linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. I singoli Progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull’ economia e sul lavoro”.
Le risorse previste dal piano sono pari a 222 miliardi di euro, di cui 144,2 miliardi per nuovi interventi.
La cifra finale, comunque, arriva a 310 miliardi di euro considerando anche la programmazione di bilancio per il quinquennio 2021/2026.
Per il settore sanitario sono previsti 20 miliardi di euro, per la transizione ecologica e la rivoluzione verde saranno investiti 68,9 miliardi di euro; 46,18 miliardi sono destinati all’innovazione, alla digitalizzazione, alla competitività e alla cultura; 31,98 miliardi andrebbero alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile; 28,46 miliardi all’istruzione e alla ricerca; 21,28 miliardi alla inclusione e alla coesione; 19,72 miliardi per la salute.
Secondo Palazzo Chigi “Next Generation EU è una svolta europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza richiede una svolta italiana, nella programmazione e nell’ attuazione degli investimenti, che segni una discontinuità decisiva per lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione e l’ innovazione, la riduzione dei divari e delle diseguaglianze. L’ Italia intende essere protagonista di questo Rinascimento europeo, attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati e con riforme volte a rafforzare la capacità e l’ efficienza delle istituzioni”.
“Next Generation EU – ribadisce il governo – è la grande occasione per lo sviluppo italiano di questo decennio, che chiama il Paese a uno sforzo collettivo e urgente . La ripresa italiana non dovrà riportarci al “tempo di prima”. Dovrà costruire un’ Italia nuova, cogliendo le opportunità connesse alla transizione ecologica e digitale. Dovrà liberare il potenziale di crescita dell’ economia, incrementare la produttività, creare nuova occupazione e migliorare la qualità del lavoro e dei servizi di cittadinanza, a partire dalla salute e dall’ istruzione”.
Tutto ciò difficilmente farà cambiare idea al Matteo di Firenze che ha già deciso da tempo di staccare la spina al governo, lo stesso che lui ha fatto nascere poco più di un anno fa. E’ nel destino dell’Italia, evidentemente, fare sempre i conti con un Matteo.