Nel 2021 le revoche del Reddito di Cittadinanza effettuate in Umbria sono state 1.597: è il risultato della task force per il controllo sui Redditi/Pensioni di cittadinanza in pagamento, con l’obiettivo di individuare tutti i casi di indebita percezione da parte di chi non ha diritto alla prestazione, attivata dalla direzione regionale Umbria dell” Inps.
L’Osservatorio statistico ha rilevato che complessivamente, dall’aprile 2019 al 31 dicembre 2021, sono state revocate 2.111 fra Reddito e Pensione di cittadinanza. A questi si aggiungono 6.806 nuclei famigliari decaduti dal diritto per mutate condizioni in corso di percezione. Il quadro per l’Umbria, in merito anche a questa prestazione assistenziale, è stato illustrato stamani durante la presentazione del Rendiconto Sociale 2021 dell’Inps per la regione.
Il Reddito di cittadinanza (RdC) è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, ed il beneficio assume la denominazione di Pensione di cittadinanza (PdC) se il nucleo familiare è composto esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni.
Nel 2021, emerge dal rapporto Inps, i nuclei famigliari che hanno richiesto il sussidio sono stati 11.926, di cui 8.529 a Perugia e 3.397 a Terni.
Nel 2021 i nuclei beneficiari di almeno una mensilità di RdC/PdC sono stati 17.279, per un totale di 35.756 di persone coinvolte, pari a circa il 4% della popolazione residente.
L’importo medio mensile erogato è cresciuto nel tempo: dai 455,87 euro erogati nell’anno 2019 si è passati a 485,30 euro nel 2020 e 501,10 euro nel 2021.