Manovre in vista delle elezioni regionali anticipate di fine ottobre in Umbria.
Ciò che sta accadendo a Roma potrebbe essere influente anche su convergenze locali.
Lo ha fatto chiaramente intendere il commissario umbro del Partito Democratico, Walter Verini.
“Se a livello nazionale si manifestassero le condizioni per un accordo 5 Stelle-PD – ha sostenuto Verini – anche in Umbria il dialogo ne potrebbe risentire positivamente. Non abbiamo preclusioni di sorta, ma solo per la destra che vorrebbe dividere e impoverire questa regione – ha detto.”
Verini ha parlato di “una coalizione la più ampia possibile” per una partita che lui ritiene aperta con una destra “battibilissima” in quanto “inadeguata e lo sta dimostrando come sta governando Terni”.
E, comunque, “a prescindere da quello che accade a Roma” l’appello al dialogo con il Movimento 5 Stelle e le altre forze sociali resta sul tavolo.
Un fatto matematico è comunque di tutta evidenza. I partiti di centrodestra (almeno 3) si presentano uniti alle elezioni. In una fase di tripartitismo anomalo 3 contro 1 e contro 1 il risultato finale è piuttosto scontato, in Umbria come ovunque. Si pone dunque il problema delle alleanze sia per il Partito Democratico che per il Movimento 5 Stelle altrimenti destinati alla sicura sconfitta, in Umbria come ovunque.
Alleanze – va detto – assolutamente non facili sia a Roma come in periferia visto quanto accaduto negli ultimi anni. Con tutte quelle che se ne sono dette i due partiti e i loro elettori.
E, comunque, anche se uniti, la partita resterebbe durissima (se non impossibile) , nonostante l’ottimismo sfoggiato da Verini. Da che deriva, poi!