Le misure per il contenimento del contagio da Covid-19 hanno fermato per un anno anche la XXI campagna di scavo al santuario di Campo della Fiera di Orvieto e con essa l’iniziativa “Notte bianca al Fanum Voltumnae”, ovvero le visite guidate in notturna accompagnate da suggestioni musicali e performance teatrali, finalizzate a far conoscere i risultati delle campagne di scavo.
A comunicarlo è l’Associazione Campo della Fiera – Onlusche, su concessione ministeriale e con la direzione della Professoressa Simonetta Stopponi, svolge da anni le ricerche archeologiche in località Campo della Fiera documentando l’importanza storica di un luogo che dal VI secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco, chiamato dagli Etruschi “Il luogo celeste” e dai Romani Fanum Voltumnae; sito successivamente ristrutturato che mantenne la sua vitalità in epoca cristiana e medievale, fino al XV secolo.
La decisione di rinviare la XXI campagna di scavo è legata soprattutto a ragioni logistiche dovute alla sistemazione dei molti studenti provenienti ogni anno da Università statunitensi ed europee, oltre che da molti Atenei italiani.
“Se da un lato gli scavi in un’ampia area all’aperto come è quella di Campo della Fiera di per sé non avrebbero creato problemi per il rispetto del distanziamento sociale previsto dalle norme nazionali anti Covid – spiegano gli organizzatori – dall’altro c’era però il problema oggettivo dei trasferimenti internazionali e quello della condivisione di spazi di vita collettiva in cui non sarebbe stato possibile assicurare gli adeguamenti tecnici imposti dalla normativa. Anche se a malincuore – aggiungono – abbiamo dovuto quindi rinviare di un anno la prosecuzione della nostra ricerca che sta offrendo importanti risultati scientifici, come è ormai riconosciuto negli ambiti accademici nazionali e internazionali, così come ci dispiace di non poter svolgere quest’anno le visite agli scavi per far conoscere ai sempre più numerosi cittadini di Orvieto e non solo, le scoperte finora effettuate che sono di grandissimo interesse. In vista degli interventi di valorizzazione del sito promossi dal Comune di Orvietosiamo riusciti ad organizzare, grazie all’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbriae in collaborazione con l’Università degli Studi di Foggia, prospezioni geofisicheche hanno mostrato la presenza di moltissime strutture ancora interrate che saranno certamente oggetto delle nostre future indagini. Si è così potuto costatare come l’area sacra occupi una superficie di dimensioni eccezionali, oltre tutte le nostre aspettative. Confidando che l’emergenza sanitaria venga superata in tutto il mondo e che i soggetti che sostengono e patrocinano le campagne di scavo a Campo della Fiera ristabiliscano la rete di collaborazione per una iniziativa che va nella direzione dell’arricchimento, valorizzazione e fruizione di un grande patrimonio archeologico ancora in parte da rivelare – concludono – attualmente la nostra attività di studio e approfondimento collegata al Fanum Voltumnae procede comunque in ambito scientifico”.
“L’Area Archeologica Etrusca del Santuario di ‘Campo della Fiera’– sottolinea da parte sua il Sindaco e Assessore alla Cultura, Roberta Tardani– è, insieme alle necropoli di Crocifisso del Tufo e della Cannicella, uno dei attrattori culturali dell’Area Archeologica dell’Orvietano ai quali l’Amministrazione Comunale insieme ad altri Enti e alla Soprintendenza intende dare un particolare impulso. A tale scopo, infatti, per quest’area specifica, nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche recentemente approvato, sono state destinate risorse economiche già a partire dall’annualità 2020. L’obiettivo è quello di valorizzare e rendere fruibile il prima possibile, lo straordinario patrimonio archeologico del nostro territorio. Un patrimonio vasto, sia come dimensioni sia come narrazione storica delle varie civiltà che hanno caratterizzato l’identità di Orvieto e del territorio circostante fino ai giorni nostri”.