Sono stati oltre 2.250, ad oggi, i visitatori venuti ad ammirare l’opera inedita di Rubens al Museo Civico Archeologico e Pinacoteca di Amelia, siglando un record in ascesa di visitatori al Museo, sia italiani che stranieri, con oltre il 50% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Rimangono ancora pochi giorni per cogliere la straordinaria occasione di vedere l’Allegoria della Fede. La Sibilla Persica di Pieter Paul Rubens. L’opera sarà esposta fino all’8 gennaio da giovedì a domenica, compreso il 6 gennaio, con il seguente orario 10.30-13.30 / 15-17. Il biglietto unico permette la visita della mostra, del Museo, della Cisterna Romana e di Palazzo Petrignani. Nei giorni di apertura è prevista una lettura dell’opera di Rubens alle ore 11 e 15.
Il successo della mostra è stato già siglato da grandi apprezzamenti di pubblico e critica, eventi collaterali, incontri, ospiti speciali, visite e didattiche con le scuole. La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, è promossa dal Comune di Amelia, nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dei beni culturali della città e da Ameria Festival, l’annuale rassegna di musica, prosa e mostre d’arte, intitolata all’antico nome romano della città e coordinata da Riccardo Romagnoli.
L’Allegoria della Fede. La Sibilla Persica, da 30 anni celata in una collezione lombarda, appare ora, imprevedibilmente, riconosciuta da Giovanni Testori. È un capolavoro della prima maturità di Rubens (Siegen, 1577-Anversa, 1640), appena rientrato da Roma ad Anversa tra il 1611 e il 1614. Di insolente forma plastica, il ritratto di dama assunta rappresenta l’Allegoria della Fede cristiana, come testimonia il libro aperto con il disegno dell’Immacolata Concezione sul quale la nobildonna punta l’indice. Nel monocolo la Vergine è colta nel suo ruolo di dominatrice del male.
L’esposizione, che si inserisce nel quadro delle iniziative festivaliere, è patrocinata dal Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, nonché dalla Regione Umbria e si avvale della collaborazione della Comunità Incontro. La produzione è affidata alla Società Sistema Museo.
“Nella sua identificazione di Sibilla – spiega il curatore Vittorio Sgarbi – essa porta il mistero dell’incarnazione della Vergine. È un’allegoria della fede nell’allargata e suggestiva interpretazione di Giovanni Testori, ma sostanzialmente è la Sibilla Persica. Il pittore ce la mette davanti come una persona vera, un residuo del caravaggismo: è una donna non sgradevole o anziana, vestita lussuosamente, che rende questo dipinto vicino ai più belli di Raffaello, Veronese e Tiziano. Quindi un’opera ‘italiana’ di una grande artista di Anversa che ha superato la suggestione e l’ipnosi caravaggesca”.