Il Centro Ternano di Cultura “IL PUNTO” in collaborazione l’Associazione di Promozione Sociale TEMPUS VITAE e con il patrocinio del Comune di Terni organizzano due mostre:
RENZO VESPIGNANI (Opere grafiche 1957/1984) – Un maestro dell’incisione nel panorama artistico del secondo Novecento
LUCA LUZZI, luci ed emozioni – “…creando m’illumino… e fu subito notte”
Entrambe le mostre saranno inaugurate sabato 30 Gennaio alle ore 17 presso gli spazi espositivi del Museo Diocesano e Capitolare in via XI Febbraio 4 a Terni e resteranno aperte fino al 10 Febbraio con il seguente orario 16 – 19.
La mostra dedicata a Renzo Vespignani (Roma 1924 – 2001) è incentrata su una ventina di opere grafiche che coprono un arco temporale dal 1950 al 1980, e viene affiancata da una altrettanta consistente produzione grafica di artisti italiani di diverso orientamento e di diverse generazioni che si sono avvalsi delle tecniche incisorie nel torno temporale degli anni Settanta del secolo scorso..
Vespignani particolarmente versato nella produzione incisoria autonomamente intesa, come dell’arte, soprattutto romana, del secondo dopoguerra. l’evanescenza del suo tratto dai trapassi insistiti di luce ed ombra di figure (pallide presenze della dimensione umana), della progressiva alienazione dell’uomo, umiliato dalle atrocità della guerra e dall’avidità di un capitalismo arrogante che toglie dignità e speranza,
Tra gli altri artisti in mostra al Museo Diocesano troviamo Fontana, Campigli, De Chirico, Maccari, Gentilini, Benedetto, Turcato, Guttuso, ma anche Baj, Attardi, Dorazio, Vedova, accanto ai più giovani Guccione, Castellani, Steffanoni, Pozzati, Bruni, Schifano, ecc.
Ne viene fuori uno spaccato dell’arte, nell’ottica particolare dell’incisione, di tutto rilievo, una sorta di fermo immagine su quegli anni (gli anni ’70) densi di realismi, variamente declinati a secondo del temperamento e delle esperienze degli artisti ma anche di espressioni non figurative e di astrattismo vero e proprio. La mostra è realizzata grazie alle gentile concessione di un collezionista privato.
La mostra dedicata ai manufatti luminescenti di Luca Luzzi colpisce per la capacità di penetrazione nella realtà e rielaborarla. Colpisce, inoltre, la capacità di piegare la dimensione tecnologica verso esiti di espressione artistica e la sollecitazione continua ed aperta che si prova al cospetto di congegni allusivi, talvolta ambigui, che “esplodono” e si “completano” al passaggio di status: da spento ad illuminato.
I manufatti elettrotecnici di Luzzi, mancando forse volutamente di “monumentalità” e di straordinarie dimensioni, richiamano in vero il manifesto di Balla e Depero, “Ricostruzione futurista dell’universo”, dove si inneggia a un universo gioioso, “coloratissimo e luminosissimo” e polimaterico. Ci piace pensare che Luzzi si diverta oltremodo nel realizzare i suoi “complessi plastici”, piegando in modo creativo le sue conoscenze tecnologiche, per di più producendo manufatti fuori da ogni riferimento di funzione d’uso. L’unica funzione riconoscibile resta quella artistico-intellettuale, cioè attività artistica tesa a registrare, interpretare e sintetizzare il vivere.
L’esposizione dei “complessi polimaterici” di Luzzi, trova collocazione a parte, ma risulta contemporanea ad una mostra dedicata a Vespignani, all’interno di uno spaccato artistico degli anni Settanta del secolo scorso. Questa coincidenza, con uno scarto in avanti, ci invita a considerazioni ottimistiche circa la capacità costruttive e inventive dell’uomo, al di là della troppo spesso sbandierata “morte dell’arte”.