Spirano venti di crisi sulla giunta di Leonardo Grimani che guida la città di San Gemini. Infatti, parte della maggioranza, Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista gli hanno fatto sapere che non intendono votare il prossimo Bilancio e che sono pronti a uscire dalla maggioranza.
Le critiche che rivolgono al sindaco Grimani le hanno esternate in documento, molto duro nella sostanza.
“La recente crisi politica ed istituzionale innescata dal Partito Democratico, ultima in ordine di tempo, rappresenta il punto di arrivo di una azione di governo dimostratasi insufficiente ed incoerente con il patto siglato con la città nel 2014 e che non ha saputo tener fede agli impegni concordati, procedendo nella piena autoreferenzialità.
Nella pericolosa congiuntura economica, sociale ed occupazionale che stiamo vivendo, aggravata dalle politiche anti-popolari prodotte dai governi nazionali – scrivono David Proietti, segretario provinciale di Sinistra Italiana e Lorenzo Carletti, segretario provinciale di Rifondazione Comunista – nessun argine è stato introdotto nella programmazione locale, nessuna politica di protezione e di redistribuzione, nessun principio di prossimità alla cittadinanza ed alle sue istanze primarie.”
“Ciò non può che far venire meno la nostra disponibilità – affermano Carletti e Proietti. La sinistra sangeminese e le sue rappresentanze hanno più volte sollecitato, attraverso ripetute verifiche di maggioranza e numerosi atti, un’ attenzione particolare per le fasce sociali più fragili e per le famiglie maggiormente colpite dalla crisi economica. Più volte abbiamo lottato per ottenere la progressività fiscale con fasce di esenzione totale, il taglio di posizioni dirigenziali tanto inutili quanto ben retribuite, il blocco degli aumenti delle tariffe per i servizi di base, una più equa redistribuzione delle risorse pubbliche.
L’unica redistribuzione all’orizzonte è invece quella dei disavanzi accumulati, destinati a gravare su ciascun cittadino per i prossimi dieci anni sotto-forma di aumento delle tasse e azzeramento dei servizi.
Mentre la maggioranza crede di poter aggirare le proprie responsabilità politiche con maldestri equilibrismi interni, il tessuto sociale traballa ed aumentano le povertà, senza che nessuno dei provvedimenti sin qui espressi abbia modificato concretamente tale stato di cose.
Abbiamo sempre operato – concludono Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista – per ribadire il primato del sociale sui vincoli contabili, per questo motivo il prossimo passaggio sul bilancio non troverà il nostro sostegno e, conseguentemente, la nostra permanenza nella maggioranza di centro-sinistra.
Siamo convinti che l’unica via d’uscita dalla paralisi politica e programmatica di San Gemini e dell’Umbria, non possa essere un ulteriore stretta alla spesa pubblica e sociale, ma una visione amministrativa solidale e ridistribuiva. Una risposta che solo una sinistra unita e popolare può dare, mettendo nuovamente l’interesse pubblico al centro dell’ agire collettivo, per costruire l’alternativa alle pratiche di governo del partito democratico a partire dai territori e dalle città.”
C’era già stato un precedente, 40 giorni fa. I sindaco Grimani aveva tolto le deleghe alla sua vice, Mimma Trotti, che aveva votato contro il Bilancio di previsione.
QUI LA NOTIZIA
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