Sulle polemiche di questi giorni che si sono sollevate per la vertenza Sangemi-Amerino, intervengono il consigliere regionale del Partito Democratico, Fabio Paparelli e l’ex sindaco di San Gemini nonché senatore di Italia Viva, Leonardo Grimani. Da entrambi un appello a mettere da parte le polemiche e a lavorare nell’unità per salvare la fabbrica e gli 85 posti di lavoro.
“In questo passaggio così delicato per il futuro della Sangemini, sento il dovere di fare appello all’unità delle forze istituzionali, politiche e sindacali perché non è più il tempo delle polemiche o della propaganda a buon mercato, ma è quello della responsabilità. I lavoratori attendono una risposta convinta e corale a difesa dei loro diritti e a garanzia del futuro dell’azienda”.
E’ quanto sostenuto da Fabio Paparelli, PD, portavoce delle minoranze alla regione Umbria.
“Per questo – aggiunge Paparelli – il Gruppo PD e le altre forze politiche di opposizione in Regione, non faranno di certo mancare il loro supporto ad ogni azione che verrà messa in campo con l’obiettivo di assicurare un dialogo costruttivo, utile a risolvere questa drammatica situazione, economica e
occupazionale”.
“Ricordo a tutti – aggiunge ancora l’esponente PD – che, ancor prima della vendita al gruppo Pessina, la Sangemini aveva vissuto una ennesima importante crisi aziendale. A seguito dell’acquisizione del gruppo Ami fu raggiunto un accordo siglato nel 2018 tra azienda e sindacati, che stabilì investimenti su linee produttive, un nuovo piano commerciale e di marketing, e un conseguente aumento dei volumi produttivi, fino a 200milioni di pezzi. La Regione in qualità di ente proprietario delle concessioni, si pose a garanzia dell’accordo tra organizzazioni sindacali e proprietà chiedendo però che fossero mantenuti i livelli occupati, almeno fino alla scadenza delle stesse concessioni, ovvero nel 2024, essendo questa clausola alla base della concessione stessa. Ricordo inoltre che la crisi del gruppo Pessina-Ami trae origine dal settore edile, e finisce con il coinvolgere anche quello delle acque minerali, arrivando a mettere in discussione uno dei maggiori player nazionali del mercato. Io stesso insieme ai sindacati, da oltre un anno, ho denunciato l’inadeguatezza delle politiche aziendali e commerciali che, insieme ai pochi investimenti sbagliati, hanno compromesso ulteriormente la competitività di un azienda e di marchi che sono stati per anni tra i più importanti d’Italia, grazie a maestranze altamente specializzate e produttive”.
“Data la gravità della situazione attuale, la Regione deve ora fare un passo in più, e non confidare solamente sul Mise e/o sulla moral suasion.
Ora serve inchiodare il Gruppo alle proprie responsabilità ed elaborare subito un piano di salvataggio credibile insieme al ministero e al Tribunale competente, oltre che, contestualmente – conclude Paparelli – mettersi sulle tracce di un nuovo acquirente che sia in grado di far ripartire un’azienda prestigiosa per il Paese e non solo per l’Umbria”.
Il senatore di Italia Viva Leonardo Grimani critica la bagarre di questi giorni fra Lega e Partito Democratico “che a tutto serve tranne che a risolvere i problemi. Personalmente – sostiene il senatore IV – credo che ci voglia umiltà nel parlare di questa vicenda.Sarebbe importante ricordare cosa significa combattere a viso aperto per salvare uno stabilimento e i suoi lavoratori. Nel 2014 il sottoscritto, insieme alla giunta guidata da Catiuscia Marini , insieme all’assessore Vincenzo Riommi, riuscì a dare sostegno alla straordinaria battaglia dei lavoratori producendo un risultato meraviglioso, quello del salvataggio della fabbrica e dei posti di lavoro. Piuttosto che battibeccare sarebbe utile confrontarsi, evitare sceneggiate inutili e prendere esempio da quella battaglia.
Abbiamo assistito – aggiunge il senatore sangeminese Grimani – all’inconsistenza della regione e dei suoi vertici , in questi mesi, con la conseguenza che in un anno non si è visto nessuno a San Gemini, né la presidente Tesei, né l’assessore Fioroni. Nessuno di loro è riuscito a interloquire con la proprietà, e così il tempo è maledettamente trascorso. Nessuno dell’attuale giunta è riuscito a chiedere un confronto sugli accordi del novembre 2018. Insomma si può passare il tempo a fare propaganda ma non sarà mai utile a risolvere i problemi. Senza un intervento deciso della regione non potremo raggiungere i risultati che auspichiamo. Siamo in attesa di un piano concordatario attorno al quale ruoteranno tutte le possibili strategie ma non si può far finta di nulla sul fatto che si sia perso tanto tempo ed ora non resta che rimboccarsi le maniche e tentare l’impossibile.
Ognuno faccia un passo indietro – conclude l’ex sindaco di San Gemini – ci si concentri solo esclusivamente per raggiungere l’obiettivo di salvare i posti di lavoro e il prestigio del marchio Sangemini”.