Un crocevia di eccellenze e spiriti creativi, cuori sensibili all’arte in ogni sua forma. Tutto questo continua ad essere il Sangemini Classic, confermandosi con la 25/a edizione, arrivata al rush finale, come uno degli appuntamenti di eccellenza nel panorama culturale e musicale italiano. Un festival che ha scelto la qualità, la profondità e la bellezza sussurrata.
Sangemini Classic terminerà martedì 29 luglio in piazza Duomo con il concerto finale “Il suono dell’immagine” grazie al ritorno dei Solisti dell’Augusteo diretti da Paolo Vivaldi, in un repertorio che celebra le grandi colonne sonore di Morricone, Zimmer, Rota, Vivaldi e Piazzolla.
Continua quindi a festeggiare i suoi 25 anni ed “In nome della pace” il Sangemini Classic, promosso dall’associazione Culturale Nuova Tradizione Musicale con la direzione artistica di Virna Liurni e realizzato con il sostegno della Fondazione Carit, in collaborazione con ilComune di San Gemini.
Paolo Vivaldi, compositore, pianista, direttore d’orchestra, autore di celebri colonne sonore per cinema e tv, dirigerà i Solisti dell’Augusteo: Alberto Mina (prima parte dell’Accademia Santa Cecilia, primo violino), Gaia Orsoni (viola), Angelo Santisi (violoncello), Miwa Shiozachi (secondo violino), Maurizio Raimondo(contrabbasso) e la violista Teresa Ceccato.
Con loro, come nei precedenti concerti, ci sarà anche Virna Liurni, che condividerà i suoi brani di ispirazione spirituale.
L’appuntamento arriva dopo la serata del 22 luglio scorso, tra musica, immagini, racconti e ricordi.
Tanti gli artisti che si sono esibiti per il “Gran galà degli artisti” in ricordo di Riccardo Regi (giornalista, musicista e penna poetica sostenitore da sempre del Sangemini Classic, purtroppo recentemente scomparso), condividendo la loro arte ricercata, la loro passione e sensibilità: Ramberto Ciammarughi, Gino Nappo, Serenella Isidori, Sonidumbria con Marco Baccarelli, Barbara Bucci e Gabriele Russo, Nando Citarella, Carlo Cossu, Cesare Damiano e i suoi gatti, Oscar Bonelli, Giovanna Tatò, L’Estate di San Martino con Stefano Tofi e Marco Pentiricci, e l’ospite speciale da New York Alessandra Belloni.
L’ideatrice del festival, che in tutti questi anni lo ha diretto con coerenza artistica, afferma: “Nel tempo il festival è sempre stato un faro che nel suo piccolo ha proposto un’arte ricercata e piena di ricchi significati e avanguardismi internazionali. Il Festival ha nel tempo costruito un’identità inconfondibile, affondando le sue radici in quella povertà che si nutre di passione e di profondità, dove il ‘Nome’ non è protagonista ma espressione artistica personale, in una visione di arte vera, libera e utile, aperta a un pubblico anche non colto, ma desideroso di un ascolto rinnovato”.
Il festival, infatti, si caratterizza per il suo approccio etico-filosofico e il rifiuto della mercificazione dell’arte, offrendo un’esperienza che “non si disperde nell’iper-offerta” e che predilige “i toni dimessi, quasi sussurrati e vibrati. Un’estetica del piccolo – racconta ancora Virna Liurni – che si manifesta nella cura di ogni dettaglio, nell’attenzione per la sfumatura, per il tempo lento che riserviamo all’ascolto, per quell’intimità che nasce dal dialogo profondo tra artista e pubblico”.