Uno scambio di esperienze di governo fra i rappresentanti delle Regioni Umbria e Marche ed un confronto con la platea degli operatori sociali e delle associazioni di volontariato. E’ l’obiettivo che si sono posti i due presidenti delle commissioni Sanità e Sociale di Umbria e Marche, rispettivamente Attilio Solinas e Fabrizio Volpini, organizzando una conferenza interregionale, svoltasi a Palazzo Cesaroni, sul tema “Non autosufficienza – Modelli assistenziali a confronto. Ne è emerso che le famiglie si stanno sobbarcando la gran parte dell’assistenza alle persone non autosufficienti ed è necessario costruire una rete di sostegno per queste pratiche, oltre a maggiori investimenti.
Nel suo intervento, l’Assessore umbro Antonio Bartolini ha spiegato come il Fondo regionale per la non autosufficienza preveda – per il 2016 – uno stanziamento di 4 milioni di euro di risorse regionali, cui vanno aggiunte le risorse statali e quelle della programmazione comunitaria. “Non è vero – ha aggiunto – come da qualche parte si sostiene, che è stato tagliato tutto, così come non è sufficiente leggere il bilancio regionale per avere chiaro il fatto che queste sono complessivamente aumentate”.
Nel 2015, grazie alla legge 9, il Fondo regionale umbro per la non autosufficienza ha potuto contare, in totale, su risorse per 10 milioni e 786 mila euro. Il 37% del Prina, il Piano regionale integrato per la non autosufficienza, viene utilizzato per l’assistenza domiciliare.
Per il direttore generale della sanità umbra, Walter Orlandi, “è importante la sinergia fra Marche e Umbria e nel discorso macroregioni bisognerà prendere in considerazione anche la Toscana”. Per Orlandi, occorre mettere in rete i servizi sociali con quelli sanitari, potenziare la medicina del territorio, ma anche svolgere una adeguata politica per l’invecchiamento attivo, per far sì che gli anziani siano una risorsa e non un problema. “Stiamo lavorando in questa direzione – ha sottolineato il direttore generale della sanità umbra – sia sul piano sociale, che su quello sanitario. Servono risposte immediate oltre ad una visione di prospettiva sulla sostenibilità del sistema. Ma occorrono, inoltre, approcci innovativi per arrivare ad una omogeneità nell’utilizzo delle risorse nei diversi ambiti sociali ed andranno semplificate le procedure, che oggi sono farraginose e non consentono di dare risposte rapide”. Walter Orlandi ha concluso ricordando come tra sociale e sanitario non ci sono confini chiari e netti. “Molte delle spese – ha aggiunto – vengono caricate sulla sanità, anche se, per il sociale, è necessario che i cittadini in grado di farlo possano contribuire”.