“Da più settori della società civile e da una moltitudine di persone, giungono alle Istituzioni richieste pressanti di maggiore sicurezza. Occorre dire che essa certamente non è in condizioni allarmanti, essendo svariati reati in contrazione ed è un dato di fatto che molti autori di eventi criminosi vengono assicurati alla Giustizia, tuttavia, nel divario crescente tra sicurezza reale e sicurezza percepita, i cittadini non si sentono tranquilli, né in casa, né fuori e questo è un primo fatto. E’ pacifico che, nella diversità dei ruoli, i funzionari pubblici rispondono alle loro scale gerarchiche, mentre i funzionari elettivi debbono rendere conto anche ai cittadini. Ma prima di esaminare possibili percorsi solutivi, occorre analizzare il problema. Di certo, la società è attualmente oggetto di molteplici fenomeni stressori, tra i quali un’immigrazione massiccia non del tutto sotto controllo, una crisi economica crescente e una rabbia sociale evidente. Il fenomeno immigratorio deriva da una moltitudine di persone che si allontanano dai loro paesi d’origine in cerca di migliori fortune. Spesso essi sono oggetto di sfruttamento da parte di organizzazioni criminali che agiscono in parallelo con governi locali piuttosto lontani dagli standard di correttezza occidentali, talvolta il flusso migratorio è utilizzato come arma di ricatto in una conflittualità ibrida sempre più complessa. Conseguentemente, il risultato è che le nostre città, in circa due decenni, si sono trasformate e assistiamo ad un numero crescente di stranieri che non siamo in grado di integrare e che spesso non vogliono integrarsi; l’esito è spesso una vita legata all’assistenzialismo, al lavoro nero e probabilmente al crimine, come i dati sulla popolazione carceraria certificano inesorabilmente (al 30/4/2024, in Italia, su 61049 detenuti, 19740 erano stranieri, con una percentuale del 31%). In parallelo, scelte eccepibili in politica interna, estera e sociale, ascrivibili a governi di sinistra, destra e centro, in misura indifferente, hanno provocato una crescente povertà (nel 2024, risultavano in condizione d’indigenza assoluta circa 5,7 milioni di individui, ovvero il 9,7% dei residenti). Infine, la polverizzazione della triade famiglia, scuola e società come base educativa, ha portato ad una deresponsabilizzazione drammatica, con squilibrio tra aspettativa di diritti crescenti e contrazione di assunzione di doveri, sullo sfondo di speranze di vite facili propagandate dai media che, allorquando si rivelano mere illusioni, generano il fenomeno pernicioso della rabbia sociale. Appare indiscutibile che i tre aspetti sopra evidenziati, costituiscono una miscela micidiale sotto i profili della coesione e del controllo sociale, problematica che non può essere risolta soltanto dalla Magistratura, dalle Forze di Polizia e dalle Istituzioni locali. Non si tratta di una fuga dalle responsabiltà inerenti ai ruoli di cui sopra, ma da una presa d’atto che non può prescindere dall’analisi del reale. Pur tuttavia, la mia scuola di pensiero e la mia cultura professionale (oltre all’innato ottimismo di chi è stato, con orgoglio, soldato di professione), m’inducono a ritenere che ognuno, al proprio livello, deve fare la sua parte, ovvero il dovere che gli compete, lasciando ad altri livelli le valutazioni e gli interventi che saranno ritenuti necessari ed opportuni, come le ormai indispensabili modifiche ad una legislazione penale non più all’altezza delle cogenze. Nel caso specifico di Terni, occorre dire che molti fenomeni criminosi, fortunatamente, sono in controtendenza, grazie anche al livello d’integrazione tra le Forze di Polizia, ottimamente coordinate dalla Prefettura. Tra i reati in crescita, vi è il consumo e lo spaccio di stupefacenti, tanto che uno studio specifico dell’Istituto Mario Negri, basato sulla WBE (wastewater based epidemiology), ovvero lo studio dei metaboliti degli stupefacenti presenti nelle fognature per studiare i consumi collettivi in modo anonimo, ci dice che il consumo di cocaina, eroina e cannabis è maggiore rispetto alla media delle altre città italiane, rientrando invece nella media quella delle sostanze sintetiche (metanfetamine ed ecstasy). Va però rilevato, con preoccupazione, che il consumo e lo spaccio di essi, tra la popolazione, non è percepito realmente come un reato grave e/o una seria dipendenza, con effetti disastrosi sulla salute e sulla vita sociale, bensì come un banale fatto di costume da cui si può cessare facilmente (sindrome dello “smetto quando voglio”). Sappiamo che non è così e che i costi crescenti del loro uso portano spesso dal semplice consumo allo spaccio, Infine, sia chiaro, non tutti i consumatori di droghe cosiddette “leggere”, diventano assuntori di droghe “pesanti”, ma la quasi totalità di quest’ultima sciagurata categoria ha iniziato con le droghe leggere e anche questo è un fatto, incontrovertibile. Questa è la situazione, piaccia o meno, ed è bene precisare che, la sicurezza è una materia complessa, oggi di moda, di cui molti parlano a sproposito, in assenza di qualsiasi oggettiva competenza, alla ricerca del quarto d’ora di notorietà. Non mi stancherò mai di ripetere che essa è materia esclusiva del Ministero dell’Interno a livello nazionale e delle Prefetture (COSP) a livello provinciale, nella quale le Istituzioni elettive locali, come il Comune e la Provincia, hanno una competenza residuale e sussidiaria. Ciò nonostante esse possono fare molto, primo fra tutto, consigliare ai cittadini di rivolgersi con fiducia alle Forze di Polizia, segnalando fatti anomali, rifuggendo dalla pratica asociale di disinteressarsi o di girare la testa dall’altra parte. Quindi, non pericoloso rambismo, ma corretta collaborazione, controllo di vicinato, molteplici occhi sulla città e diffuso senso civico. A Terni, l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Stefano Bandecchi, ha investito molto nello specifico settore, aumentando il numero degli agenti di Polizia Locale di circa 1/3, raddoppiando il numero delle telecamere e adottando quelle di ultima generazione, asservite a programmi avanzati di monitoraggio, trasformando la centrale operativa della Polizia Locale con operatività H24 e interconnessa con quella delle altre Forze di Polizia, avviando contratti con Istituti di vigilanza per la sorveglianza e protezione dei beni comunali, pianificando l’acquisizione di droni. Un programma ambizioso e costoso, sul presupposto che la sicurezza è un prerequisito indispensabile, in assenza del quale è impossibile un ordinato vivere civile e una proficua economia, ma con la consapevolezza che molto di tutto ciò sarebbe vano senza la convinta collaborazione dei cittadini che, a mente dell’art. 1 della Costituzione (la sovranità spetta al popolo), sono e rimangono i datori i lavoro di chiunque sia investito di una qualsivoglia responsabilità istituzionale e questo è l’ultimo fatto, quello fondamentale”.