I sindaci di Narni ed Amelia, Francesco De Rebotti e Laura Pernazza, hanno scritto una lettera aperta all’Azienda Ospedaliera di Terni e alla Usl Umbria 2 per essere coinvolti nel percorso di integrazione dei servizi delle strutture ospedaliere del territorio.
“In una fase estremamente delicata e faticosa di gestione dell’emergenza Covid-19 vogliamo, come prima cosa, esprimere il nostro senso di gratitudine ed il nostro ringraziamento a tutti gli operatori sanitari del nostro territorio, della Asl e dell’Azienda Ospedaliera.
Lo facciamo nella consapevolezza, più volte giustamente rimarcata, che malgrado i numeri inizino a far percepire uno scenario migliore di quello di qualche settimana fa, stiamo ancora registrando una massiccia espansione del virus nel paese. Non va quindi abbassata la guardia e ci dobbiamo predisporre, mantenendo intatto lo sforzo organizzativo nella gestione dell’emergenza, ad una nuova fase che permetta di dare risposte ad un’ordinarietà di intervento e risposta sanitaria a partire dai casi, dalle patologie più delicate e bisognose di rapide risposte.
Per questo motivo ci teniamo ad accompagnare il percorso intrapreso da Asl ed Azienda Ospedaliera di integrazione dei servizi delle strutture ospedaliere con un nostro contributo essendo stati noi tutti, nel tempo, primi sostenitori di un modello integrato della sanità territoriale ed ospedaliera.
In questo senso ribadiamo la necessità che la messa a terra del progetto eserciti fino in fondo le potenzialità e le caratteristiche dei nostri presidi e dei nostri operatori. Ci auguriamo che la proposta organizzativa, il progetto di integrazione, sia messo in campo rapidamente e che garantisca immediato e funzionale sostegno alla chirurgia robotica ospitata nel Santa Maria di Terni ed altrettanto avvenga, contemporaneamente, per la chirurgia “tradizionale” dell’Ospedale di Narni e per la continuità ed il potenziamento degli interventi di chirurgia oculistica e dermatologica dell’ospedale di Amelia che potrebbero garantire, oltretutto, un servizio territoriale fondamentale per alleggerire il carico di lavoro dello stesso Santa Maria di Terni. Ciò attraverso anche, come prefigurato, uno scambio di personale specializzato fra i presidi nell’ottica della reciproca collaborazione. E facendo riferimento, questo è un punto determinante, al soddisfacimento delle esigenze di cura dei pazienti del territorio e non solo di un’area delimitata dello stesso. Come per esempio nella categoria dei soggetti per i quali è necessaria una programmazione in tempi rapidi di interventi di chirurgia oncologica di classe A.
Registriamo inoltre un’oggettiva difficoltà del personale ad avere i dispositivi di protezione individuali (DPI) che risultano nella disponibilità delle Aziende, ma difficilmente acquisibili e non distribuite omogeneamente nei diversi presidi ospedalieri.
Il lavoro di programmazione di questi giorni, in capo ad Azienda Ospedaliera ed Asl, può oggettivamente rispondere alle esigenze di integrazione equilibrata ed efficace più volte ribadite sia nella gestione dell’emergenza Covid-19 ma anche ed in particolare per la prospettiva futura.
Questo è il momento di cogliere fino in fondo l’opportunità che le nostre strutture ospedaliere di Terni, Narni ed Amelia ci concedono nel ripensare un modello integrato che salvaguardi vocazioni, specialità, maestranze e ruolo e rappresenti per tanti giovani professionisti uno scenario su cui investire se stessi e la loro crescita.
Un modello coerente con le risposte necessariamente da fornire alla domanda di salute presente nel territorio e che esprima da subito il senso e la prospettiva degli investimenti in edilizia sanitaria programmati, a partire dal nuovo presidio ospedaliero di Narni-Amelia.
Chiediamo che sia la fase emergenziale che la quella del ritorno progressivo ad un modello stabile sia accompagnato da un nostro coinvolgimento collaborativo attraverso un tavolo permanente di confronto tra Aziende e le istituzioni locali che rappresentiamo”.