La vicenda riporta alla memoria il detto “la destra non sa quello che fa la sinistra”, dove i termini “destra” e “sinistra” non si intendono in senso politico perché la polemica alzata in questi primi giorni dell’Anno Nuovo, interessa l’ansia di verginità dei Cinque Stelle e anche dei cani, che intendono rappresentare. Purtroppo.
Ecco la storia: l’anno scorso l’onorevole Paolo Bernini si era recato al canile di Schifanoia, in una giornata di giugno, calda e afosa, con una temperatura insopportabile. Ne venne fuori, davanti alla porta d’ingresso della struttura di protezione degli animali, una situazione incresciosa che è finita con parole grosse. L’onorevole Bernini chiamò i Nas, che arrivarono e che sostanzialmente riconobbero la bontà della gestione, rilevando alcune azioni marginali, tanto che successivamente la struttura è stata scelta quale ambulatorio da parte del Servizio Veterinario della Asl, in un momento di inadeguatezza dei propri locali.
Le dichiarazioni che Paolo Bernini ha poi rilasciato alla agenzia di stampa Agenpress (“tentato sequestro di persona” e molte altre) vennero ritenute altamente lesive dal titolare della struttura, la Dog Paradise, tanto da indurlo a denunciare l’onorevole Bernini. E qui quelli dei Cinque Stelle alzano la voce, strillando “Non c’è nessuna denuncia nei confronti dell’onorevole Bernini. Il quale non deve spogliarsi della sua immunità parlamentare”. E giù critiche a Terninrete, accusata di propalare notizie false e tendenziose, quelle fake news, che forse gli esponenti dei Cinque Stelle non sanno nemmeno cosa significhino e sicuramente non in questo caso.
Ovviamente la redazione aveva fatto il suo lavoro scolastico e prima di scrivere era entrata in possesso della copia autografa del comandante la stazione dei carabinieri di Narni, il quale attestata che il 19 luglio 2017 aveva ricevuto la denuncia nelle sue mani; la foto allegata lo sta a dimostrare con la speranza che anche il maresciallo non venga additato quale propalatore di fakenews.
Alle strette: la denuncia c’è stata, inequivocabile, nei confronti dell’onorevole Bernini, come quelli dei Cinque Stelle avranno la bontà di rilevare. Non l’hanno vista? La segreteria dell’onorevole Bernini l’ha persa? L’ha nascosta? Dà l’idea che questi possano essere affari del movimento e che non gli fanno fare una bella figura: l’inoppugnabilità dell’atto sta qui a rilevarlo. Ora sarà divertente sapere come sarà “rimesso l’onore” a Terninrete: di sicuro nessuno si aspetta granché da chi rilascia, loro sì, le fakenews a tutto andare. Ma quella in foto è solo la ricevuta: che vi sarà scritto in quella denuncia? La curiosità verrà interamente lasciata agli esponenti dei Cinque Stelle, per intero, con la speranza che ne vengono a capo. Oh, se mai non vi riuscissero, si provvederà a fornirla.
Ma nella richiesta di rettifica inviata dai Cinque Stelle, che si allega, viene rilevato un altro passo dell’articolo che Terninrete aveva pubblicato il tre gennaio: quello che il movimento contesta così. “Tra i portavoce del Movimento 5 Stelle umbri, unici titolati all’uso del simbolo e a rappresentare il Movimento stesso, non risulta ad oggi nessuna persona che ha ricoperto posizioni importanti nell’Enpa”.
Di sicuro chi ha scritto la smentita non sa leggere l’italiano. Nell’articolo era scritto, letteralmente, parlando dei Cinque Stelle “nelle cui file milita un’esponente che ha avuto una posizione importante nell’Enpa, l’associazione di protezione degli animali”. Sono due frasi diverse: Terninrete non ha mai menzionato alcun portavoce regionale ma solo intendendo Stefania Isabella Pesavento, referente per molto tempo dell’Enpa di Narni, che si era presentata, eccome, alle elezioni comunali per i Cinque Stelle, prendendo solo ventisei voti, meno dei cani che dice di assistere.
Per ogni adeguato approfondimento, di seguito, ecco la richiesta di smentita del Movimento Cinque Stelle:
A seguito della pubblicazione in data 3 gennaio u.s. sul sito terninrete.it di un articolo dal titolo “Il canile di Schifanoia di Narni torna nella polemica politica” a firma della Redazione della testata i portavoce eletti del MoVimento firmatari della presente tengono a precisare quanto segue, chiedendo la rettifica di alcune informazioni che mistificano la realtà dei fatti.
Dalle informazioni che ci sono state fornite dagli uffici del deputato Bernini, nessuna denuncia di querela è stata notificata al parlamentare del M5S, quindi non si capisce a quale immunità dovrebbe rinunciare. Sarebbe stato giusto poi ricordare come pochi giorni dopo la denuncia di Bernini, come riporta la testata online umbriaon i Carabinieri del Nas dell’Umbria durante una visita hanno rilevato una serie di difformità strutturali notificando il divieto ad introdurre altri cani nella struttura. E sarebbe ancor più corretto che una testata giornalistica avesse verificato la veridicità delle informazioni pubblicate, se non altro per evitare la diffusione di quelle che quindi risultano essere false informazioni (le famose “fake news”) e che possono essere lesive, in quanto tali, dell’immagine e dell’onorabilità del Movimento 5 stelle e dei suoi rappresentanti istituzionali.
Tra i portavoce del Movimento 5 Stelle umbri, unici titolati all’uso del simbolo e a rappresentare il Movimento stesso non risulta ad oggi nessuna persona che ha ricoperto posizioni importanti nell’Enpa. Sarebbe stato molto più semplice rispondere se la spettabile redazione di Terninrete avesse specificato nome e cognome della persona in oggetto piuttosto che fare astratte insinuazioni. Premesso che il M5S ritiene l’Enpa una rispettabile associazione protezionistica nonché la più antica e tra le più importanti che operano nel territorio italiano, se con la parola “militante” si vuole intendere “simpatizzante” o indicare persone che hanno manifestato vicinanza alle iniziative del Movimento, facciamo presente che registriamo una moltitudine di persone iscritte a diverse associazioni protezionistiche e che operano ogni giorno volontariamente per garantire il benessere e la salute degli animali: le stesse, qualora intendano candidarsi con il Movimento, sono tenute a dimettersi da eventuali cariche malgrado le leggi non lo prevedano; questo a tutela della libertà di azione e per evitare qualsivoglia “gioco di potere” che la vostra testata ha quindi insinuato senza però portare qualsivoglia documentazione a supporto di tali gravose affermazioni.
Troviamo certamente degno di nota che una redazione giornalistica si spinga ad affermare che la “Dog Paradise, gli unici a ben vedere pratici sul come mandare avanti una struttura del genere, al di là delle proteste” denigrando in modo incomprensibile una moltitudine di soggetti più che competenti nella gestione dei canili.
In quanto alla qualità della struttura Dog Paradise ritenuta “un punto di riferimento per l’intera regione” il Movimento 5 Stelle nelle figure degli scriventi non ha mai inteso esprimersi perché vorremmo prima esercitare il diritto di ispezione alla struttura convenzionata, sancito da tutte quelle leggi e sentenze che determinano le prerogative degli organi eletti che in questa sgradevole situazione riteniamo essere state pericolosamente compresse.
Con l’occasione riteniamo utile ribadire il sacrosanto diritto, in forza anche alle convenzioni vigenti da parte dei comuni con la Dog Paradise, e in forza ai vari regolamenti e normative nazionali e regionali, di visitare il canile per valutare l’esatto adempimento di quanto sottoscritto e valutare lo stato di salute e benessere degli animali presenti.
Riteniamo in ultimo che gli affidi effettuati da associazioni e volontari, debbano essere il vero punto di discrimine tra una gestione efficiente e trasparente (da parte di chiunque), che rispetti il benessere degli animali, diminuisca sensibilmente la spesa pubblica, lasci la possibilità agli animali reclusi, di trovare un divano, un affetto, una famiglia. Non possiamo né vogliamo continuare a tollerare questo stato di cose, di indifferenza generale sulla pelle dei randagi.