Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, a margine di un incontro sul sistema contrattuale e sulla rappresentanza, hanno espresso forte preoccupazione rispetto allo stop della proposta di attuazione delle misure a favore delle imprese energivore italiane. La misura, spiegano in una nota congiunta, che finalmente ha avuto il via libera da Bruxelles dopo un difficile negoziato durato tre anni, è necessaria per attuare una norma varata dal Parlamento nel 2013.
Lo stop all’emendamento rischia di compromettere il salvataggio di importanti poli industriali, quali Ilva, Piombino, Brindisi, Terni, nonché la competitività di importanti settori dell’economia italiana (chimica, acciaio, carta, fonderie, cemento, metalli non ferrosi, vetro e automotive).
La mancata approvazione della misura, peraltro già attuata in tempi rapidi dai principali paesi manifatturieri europei, aumenterebbe ulteriormente il gap di competitività delle industrie italiane rispetto ai competitor internazionali, con pesanti ripercussioni sul nostro sistema industriale e inevitabili ricadute occupazionali.
E’ quindi quanto mai urgente, anche al fine di non vanificare il lavoro fin qui fatto dal Governo e dal Parlamento, dare attuazione alla misura per adempiere alle disposizioni della Commissione Europea.
Confindustria, CGIL, CISL e UIL auspicano che nell’imminente passaggio in Aula della Legge Europea, il Parlamento, con senso di responsabilità, voti compatto la sua approvazione puntando al rilancio della competitività del sistema produttivo italiano.