Il progetto della SuperLega rischia di naufragare prima del previsto. Tutto il merito sarebbe del calcio inglese che compattamente si è schierato contro il campionato europeo per ricchi e ha visto soprattutto il Premier Boris Johnson in prima linea, da subito, senza se e senza ma, schierato contro questo progetto.
Ha sposato il sentimento popolare che nel Regno Unito è esploso in modo fragoroso contro la SuperLega e contro i club (soprattutto quelli britannici) che avevano aderito all’iniziativa. Le proteste sono state così forti e veementi che hanno indotto Manchester City e Chelsea a ritirare la loro adesione e, secondo i media inglese, sono pronte a lasciare anche Manchester United e Arsenal. Dunque si riduce il drappello di scissionisti a sole 8 squadre di cui 3 italiane.
Non si ha notizia di ripensamenti da parte di Juventus, Milan e Inter né di Barcellona e Real Madrid che rischiano di fare una figuraccia storica. Va detto però che l’adesione del Barcellona è condizionata all’approvazione dell’assemblea dei soci che non è stata ancora convocata. Se dovesse prevalere il no alla SuperLega anche il Barcellona si ritirerebbe dal progetto.
“Con la Superlega stanno provando a privatizzare il calcio – ha dichiarato il nr1 della UEFA, Ceferin – ma siamo pronti, li aspettavamo anche se non sapevamo quando sarebbero arrivati. I governi, i tifosi, i media sono con noi.
Gli permetteremo di prendere il calcio? No, credetemi, è una partita che non possiamo perdere. Il calcio non appartiene a nessuno. O meglio, appartiene a tutti, perché il calcio fa parte del nostro patrimonio. Avete fatto un grande errore – aggiunge Ceferin – qualcuno potrebbe dire che sia avarizia, ignoranza o altro, ma non importa, siete ancora in tempo per cambiare idea. Tutti commettono errori”.