Dopo il “Report” di ieri sera e dopo tutte le polemiche sorte intorno al cosiddetto tartufo-gate che hanno coinvolto la presidente della giunta regionale Donatella Tesei e l’assessore Paola Agabiti.
Cancellato l’abuso d’ufficio. Chiesta l’archiviazione per Tesei e Agabiti
l’azienda Urbani tartufi ha deciso di replicare
“La Filiera, promossa dall’Assessorato per l’Agricoltura della Regione Umbria – sostiene l’azienda – non coinvolge soltanto la Urbani Tartufi ma centinaia di piccole aziende agricole e piccolissimi coltivatori diretti umbri e riguarda anche altre aziende di tartufo concorrenti tra loro, quindi non soltanto la filiera di Urbani, bensì la filiera di tutti per il sostegno collettivo al settore della tartuficoltura. Peraltro, la filiera del tartufo è una, non l’unica, delle sei filiere corte che la Regione dell’Umbria, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2022, ha inteso valorizzare (Cereali, Latte, Nocciolo, Luppolo, Olivo, Tartufo).
I 4,8 milioni di euro sono stati attribuiti a titolo di contributo a seguito di regolare partecipazione a specifico bando pubblico all’associazione temporanea di scopo di cui Urbani Tartufi è capofila e che è costituita da 98 aziende agricole umbre oltre alla stessa Urbani. La parte più consistente di questo importo, quindi, pari a 4,1 milioni di euro, è stata destinata agli interventi che saranno realizzati dalle 98 aziende agricole associate e per la parte rimanente agli investimenti agroindustriali della Urbani Tartufi. Gli importi assegnati, inoltre, sono stati distribuiti in proporzione agli ettari di terreno su cui saranno coltivate nuove tartufaie, ettari che, nel caso della filiera di Urbani, sono 250 (si veda tabella riportata di seguito).
Queste informazioni rendono chiaro e incontrovertibile che i principali beneficiari del contributo assegnato dalla Regione dell’Umbria sono le singole aziende agricole affiliate nell’associazione temporanea di scopo di cui, come detto, Urbani Tartufi è capofila.
Assai triste – aggiunge l’azienda – l’attacco a Pierpaolo, figlio della Presidente Tesei, assunto in Urbani già nel giugno 2020. Data che nulla ha a che fare con le allusioni riportate.
L’azienda, quindi, respinge con fermezza le accuse e rimarca il dispiacere di attacchi puramente strumentali che arrivano da chi conosce molto bene quale sia il ruolo di Urbani Tartufi per la nostra regione, un’azienda leader mondiale nel suo settore che, pur raggiungendo i mercati più lontani, non ha mai lasciato la sua terra, l’Umbria, dove ha creato i propri stabilimenti impiegando moltissime persone e preoccupandosi da sempre della loro crescita professionale. Ed è proprio a difesa di queste persone e di questo territorio che Urbani si batte ogni giorno e non mancherà di intraprendere ogni necessaria e consentita azione a salvaguardia della propria immagine e della propria reputazione”.