I cosidetti polettiani, coloro che vorrebbero che il Teatro Verdi venga ricostruito tale e quale a quello ideato da Luigi Poletti, affidano a una lettera aperta la replica al post dell’assessore Melasecche, pubblicato in altra parte del giornale.
Lamentano di non essere riusciti a interloquire con l’assessore e vorrebbero un confronto “pacato e costruttivo” che porti alla migliore soluzione per il teatro Verdi.
L’INTERVENTO DEGLI AMICI DEL TEATRO OTTOCENTESCO
Siamo profondamente rattristati nel leggere la Sua ultima missiva postata nel Web!
Dobbiamo inoltre confessare il nostro rammarico nel dover constatare che, pur
avendo cercato di aprire un dialogo sereno e costruttivo con Lei in Comune, nei
giorni scorsi, in occasione di due riunioni consiliari sul tema “ Teatro Verdi”,
purtroppo in entrambe le circostanze ha creduto opportuno non essere presente
adducendo il futile pretesto di improcrastinabili impegni improvvisi.
Esprimiamo, in aggiunta, anche la delusione provata nel riconoscere un atto di
mancato riguardo non solo nei confronti dei propri concittadini ma anche e,
soprattutto, del proprio diritto/dovere di primo Responsabile politico all’Urbanistica
della nostra città!
Forse, se Lei si fosse degnato di dare spiegazioni valide ed esaustive ne avrebbe
potuto avere anche un riscontro ancor più positivo in termini di popolarità e
professionalità. Comunque se per colloquiare con la Sua persona è necessario farlo
solo via Web, ne prendiamo atto, ci adeguiamo alle Sue preferenze e con estrema
sincerità e serenità rispondiamo alle Sue ultime dichiarazioni.
Siamo rimasti anche basiti dai toni delle Sue ultime affermazioni che stanno sempre
più assumendo uno scarso livello intellettuale ed enfatizziamo che stiamo
disquisendo su un tema delicatissimo e fondamentale che riguarda il nostro teatro
Verdi, icona della nostra cultura, della nostra storia e financo della nostra antica
tradizione di pubblico ternano colto e qualificato. Ebbene proprio per elevare, ancor
più, lo stile della nostra rispettosa replica abbiamo ritenuto opportuno rispondere con
la solennità che è propria del Melodramma facendo un doveroso raffronto con la
scena finale dell’opera Adriana Lecouvreur. Nell’ultimo atto, la famosa Attrice
francese riceve un cofanetto, inviato dalla sua rivale: la Principessa di Bouillon,
contenente un mazzolino di violette intrise di veleno, dopo averlo aperto ed aspirato il
letale afrore di quei fiori, la Protagonista stordita esclama: Perché discendere a tanta
scortesia? E questo è proprio ciò che abbiamo pensato tutti noi leggendo le sue righe!
Dalla sua missiva infatti trasudava talmente tanto veleno, anche troppo direi, da
rimanerne addirittura storditi ed era talmente acuto che ne è emanata anche tutta
l’amarezza per la recente delusione personale conseguente alla consultazione
elettorale. Chi mai può sapere se aprirsi alla cittadinanza e confrontarsi su una
decisione così importante avrebbe potuto significare anche migliori soddisfazioni ?
Chissà se accettare serenamente la critica dei concittadini e mostrare maggior
comprensione su un tema che tocca l’essenza più profonda della comunità non
avrebbe potuto contribuire ad una maggiore reciproca empatia? Vogliamo ricordare
sempre che non si tratta di un piccolo gruppo di persone ( una Doppiatrice, Un
Attore, un Architetto ecc. ), come Lei sostiene, che si ribella al Vostro progetto, ma
piuttosto di una grande parte della città ( quella che ne è a conoscenza poiché i mass
media locali hanno sempre sottaciuto l’argomento teatro ), un nutrito numero
insomma di quei concittadini che hanno diritto di voto e che rappresentano il Vostro
datore di lavoro. E’ vero che i politici esplicano la loro attività nel Palazzo del
Comune, ma in realtà chi ha potere supremo sulle loro decisioni è la città intera: il
loro vero datore di lavoro!
Noi comunque, da leali interlocutori, in disaccordo con le Vostre decisioni inerenti il
progetto del nostro teatro comprendiamo le Sue amarezze, Le testimoniamo la nostra
partecipazione e ci rendiamo sempre disponibili ad un confronto pacato, sereno e
costruttivo su ciò che a tutti sta più a cuore in questo momento: Il nostro Teatro Verdi.