Circa 2.000 ternani si schierano contro la recente soluzione progettuale che il Comune di Terni ha elaborato per la riapertura del Teatro Verdi, chiuso da dieci anni. Una rappresentanza ha tenuto oggi una conferenza stampa per illustrare le loro ragioni.
“Noi cittadini vorremmo una soluzione all’altezza della nostra storia, ha esordito l’architetto Paolo Leonelli, una soluzione valida che ci consenta di avere uno spazio più bello possibile nel quale si possano rappresentare opere di vario tipo – balletto, musica, danza, prosa – degne della cultura. Il primo punto è la capienza: per realizzare spettacoli di un certo livello è necessario avere almeno mille posti, mentre il progetto del Comune prevede una sala di scarsa capienza, al di sotto di quella dell’attuale cinema-teatro e molto al di sotto di quella del teatro storico. Lanciamo questo grido di allarme perché l’amministrazione municipale presenterà a breve alla sovrintendenza per l’approvazione, un progetto che non prevede un restauro, un intervento culturale come teatro storico del Poletti che è il teatro più bello del centro Italia. A Rimini, dove esiste un teatro più piccolo sempre realizzato da Poletti, che era nelle stesse condizioni di quello di Terni, lo hanno recuperato e così è stato fatto a Fano. Ci dobbiamo impegnare per aprire un confronto nella città che porti al restauro del Verdi. In alternativa si può fare un edificio moderno, magari insieme al palazzetto dello sport. Uniamo le forze e facciamo un luogo di spettacolo con 4/5.000 posti, o anche di più.”
“L’opinione di esperti, di persone che operano giornalmente in questo campo, ha sostenuto il maestro Gianluca Petrucci, è quella di rifare il teatro del Poletti perché è un patrimonio straordinario al centro dell’Italia”.
L’edificio progettato dall’architetto Luigi Poletti ed inaugurato nel 1849, “ospitò grandi spettacoli e grandi personaggi – ha ricordato Walter Cassutti – come Beniamino Gigli, Tito Schipa, Maria Caniglia, Mascagni, Rossini. La nostra memoria non va dimenticata.”
Il Verdi fu colpito da un bombardamento durante la seconda guerra mondale e poi ricostruito e poi trasformato in un cinema-teatro.
A proposito di ricostruzione, che qualcuno potrebbe chiamare falso storico, l’architetto Leonelli ha parlato di anastilosi, che è la tecnica di restauro con la quale si rimettono insieme i pezzi originali di una costruzione andata distrutta.
“Noi abbiamo tutti i disegni esecutivi, le foto, i cartoni del Bruschi. Abbiamo la possibilità di fare quest’operazione culturale.”