Sceglie ancora una volta il suo profilo facebook , attraverso il quale mantiene uno stretto contatto con i cittadini, l’assessore Giorgio Armillei, per lanciare le sue proposte, in questo caso in relazione alla situazione del Teatro Verdi.
Annunciando la prossima inaugurazione dell’antico teatro romano di Carsulae, l’assessore Armillei, tenta “una spericolata analogia” (sono parole sue) con il Teatro Verdi e si domanda:” E’ possibile parlare anche a questo proposito di ‘trasmissione al futuro’ nell’ambito di un restauro architettonico? E in che termini? “.
Sul restauro del Teatro Verdi l’assessore Armillei assicura che verrà aperta una discussione, una sorta di “cantiere progettuale”, “senza scomuniche e senza tabù”.
L’intervento integrale di Giorgio Armillei
Tra qualche settimana si inaugura il teatro romano di Carsulae, oggetto di un prezioso e curato intervento di restauro conservativo. Restauro condotto secondo i canoni più evoluti e comunque diretto a consentire un uso dell’oggetto coerente con la sua identità ma disponibile alla fruizione e all’appropriazione di pubblico e di artisti contemporanei. Un restauro rispettoso che permette le lettura degli inserti, che lascia spazio a possibili successivi interventi, che assicura reversibilità. Un restauro che cerca di costruire la migliore ‘trasmissione al futuro’ del teatro. Tentiamo una spericolata analogia: cosa fare del Teatro Verdi? E’ possibile parlare anche a questo proposito di ‘trasmissione al futuro’ nell’ambito di un restauro architettonico? E in che termini? Come evitare che l’intervento sul Verdi sia orientato da non solide ragioni di “progettazione architettonica retrospettiva” e non accetti come pienamente giustificata la fusione tra conservazione e innovazione che invece le discipline del restauro ormai legittimano pienamente? Il dibattito pubblico, quello scientifico e quello politico che hanno caratterizzato e caratterizzano l’esperienza del teatro di Riminihttp://bit.ly/1UBpQ99 costituiscono una preziosa fonte di riflessione e non esauriscono il loro potenziale critico nel suggerirci una pura logica di imitazione. E’ bene riaprire la discussione: lo faremo in modo sistematico e organizzato, secondo le tecniche della coprogettazione e dell’ingaggio civico, a partire dall’autunno. Apriremo una sorta di cantiere progettuale nel quale costruzione pubblica dell’identità della città e ricostruzione del teatro della città si intrecceranno. Senza scomuniche e senza tabù.