Lo scrittore e poeta ternano , MIchael Crisantemi, ha vinto la XIV edizione del concorso internazionale Poesia e Teatro “Castello di Duino”, Trieste, la più importante competizione letteraria internazionale riservata ai giovani autori,al di sotto dei 30 anni, quest’anno dedicata al tema “Home/Casa”.
Crisantemi si è aggiudicato l’ambito premio , ex aequo con Francesca Venturelli di Brescia, con il monologo, “Io amavo quella casa” che narra la storia di due amici forzatamente allontanati dalla propria casa e dai propri affetti, torturati e uccisi. Prende ispirazione da una vicenda d’attualità di cui si parla poco: la persecuzione cecena nei confronti dei gay.
TERNI VALLEY, associazione della quale Michael Crisantemi fa parte, si complimenta per questo risultato.
Lo fa con il suo presidente, Alessandro Gentiletti.
“Grazie a Michael Crisantemi – scrive Gentiletti – per aver ancora una volta reso orgogliosa la nostra comunità.
La sua vittoria al XIV concorso internazionale di poesia e teatro ‘Castello di Duino’ nella sezione teatrale è la prova di quanto Terni Valley da tempo sostiene: la città possiede quei talenti capaci di restituirle tutto il prestigio internazionale che merita e di cui in questi anni è stata privata, anche per colpa di una gestione per nulla inclusiva delle politiche culturali.
A nome di Terni Valley – conclude Gentiletti – ringrazio Michael per la generosità con cui ha contribuito alla crescita della nostra associazione nonché per le battaglie civili che, da intellettuale militante, da sempre conduce per il progresso della nostra comunità.”
IL MONOLOGO DI MICHAEL CRISANTEMI DEDICATO A ZELIM BAKAEV , POP STAR CECENA, SCOMPARSO DALLA SCORSA ESTATE E, MOLTO PROBABILMENTE, UCCISO.
Personaggi:
Shapiev (27 anni)
Yusupov (28 anni)
Shapiev – Dove siamo? Cos’è questo posto? –
Yusupov – Credo proprio che sia la nostra nuova casa. –
Shapiev (guardandosi intorno) – E dunque questa sarebbe la morte… pensavo peggio. –
Yusupov – È stato peggio morire. –
Shapiev – Per una volta sono d’accordo con te. – (Silenzio) – Non siamo mica finiti… –
Yusupov – No, cosa vai pensando? Ti pare che questo sia l’inferno? –
Shapiev – Non mi sembra proprio. Un po’ però mi dispiace. –
Yusupov – Sei il solito miscredente. –
Shapiev – No, dico: tutta la vita a temerlo. Ero quasi curioso di vederlo…. –
Yusupov – Ma fammi il favore. –
Shapiev – Almeno ora sappiamo di essere stati nel giusto. –
Yusupov – Lo abbiamo sempre saputo. –
Shapiev – Ma se non è l’inferno dove siamo? –
Yusupov – Purgatorio, Paradiso, Sacro Picco dell’Aquila, cosa importa? –
Shapiev – Vorrei comunque sapere dove mi trovo. Preferirei essere nei Campi Elisei, se non sbaglio lì ci vanno gli eroi immortali. Siamo eroi Yusupov? –
Yusupov – Siamo martiri. Non è lo stesso? –
Shapiev – Credo di sì. –
Yusupov – Se ci fosse una religione civile sulla terra a quest’ora saremo santi. –
Shapiev – Se ci fosse stata della civiltà al mondo saremmo stati ancora in vita. –
Yusopov – Vero. In fondo, non abbiamo fatto nulla di male. La nostra colpa è stata quella di amare chi tanto abbiamo amato. –
Shapiev – E te ne hai amati tanti, è certo. –
Yusupov – Non ti è passata ancora la voglia di scherzare? –
Shapiev – Dai, non te la prendere, lo sai che mi piace prenderti in giro. Io poi ne ho avuti di più. –
Yusupov – Appunto. –
Shapiev – E ho fatto bene. La vita è breve, non immaginavo così tanto. Ventisette anni sono pochi per trovare marito. –
Yusupov – Non è mai tardi per morire. –
Shapiev – Spero solo che Sergej si sia salvato. Hanno fatto di tutto per scoprire dove si nascondesse. –
Yusupov – Lo so. –
Shapiev – Mi hanno fatto cose atroci. –
Yusupov (abbracciandolo) – Lo so, a noi tutti. –
Shapiev – Però sono stato forte, non ho cantato. –
Yusupov – Nemmeno io. –
Shapiev – Chi pensi che sia stato a denunciarci? –
Yusupov – Spero non uno dei nostri. –
Shapiev – Non credo. –
Yusupov – Sotto tortura è difficile mantenere i segreti. –
Shapiev – Per te era difficile anche prima, non ti sei mai tenuta niente. –
Yusupov – Ripetilo sei hai il coraggio! – (Si rincorrono)
Shapiev – Ripeto e sottoscrivo quanto detto. –
Yusupov – Se ti prendo! –
Shapiev – Cosa mi fai se mi prendi? Ho già subito di tutto e di più. –
Yusupov – Quello che non ti ho fatto mai. – (Lo prende e lo bacia.)
Shapiev – Perché non ci siamo mai baciati? –
Yusopov – Perché in vita pensiamo sempre di essere eterni e rimandiamo a domani l’affetto di cui siamo capaci. –
Shapiev – E perché io e te non abbiamo mai…? –
Yusupov – Quanto sei cretino! Lo sai che siamo come sorelle. –
Shapiev – Vero. Ti ricordi quella sera che organizzammo un festino da me? – (Ridono)
Yusupov – Come potrei dimenticarlo? Quanto bevemmo quella notte! –
Shapiev – Bevemmo e ballammo come le matte! –
Yusupov – Poi venne anche la polizia a dirci di abbassare il volume. –
Shapiev – Ce la mandò quella stronza della mia vicina. Cielo, quanto si incazzò quella volta! –
Yusupov – Che ci abbia denunciati proprio lei? –
Shapiev – Probabile. –
Yusupov – Non è Siriev quello? –
Shapiev – Quale? –
Yusupov – Quel ragazzetto biondo laggiù. –
Shapiev – Sì. Hanno preso anche lui. –
Yusupov – Già, così pare. –
Shapiev – Chi altri? –
Yusupov – La lista è lunga, purtroppo, e non è finita: Abdulmezhidov Adam Isaevich (29 anni),
Abumuslimov Apti Hasanovic (27 anni), Abdulkerimov Side Ramzan Ramzanovich (26 anni),
Alimhanov Islam Aliev (18 anni), Abubakarov Adam Dzhabrailovich (21 anni), Bergan Ismail
Shadidovich (18 anni), Dasaev Adam Ilyasovich (28 anni), Dzhabayev Zelimhan Hizirovich (23 anni), Ilyasov Adam Huseynovich (19 anni), Lugano Rizwan Saeed-Hamzatovich (29 anni), Malikov Rizwan Agdanovich (26 anni), Musk ICYE Turpalovich (28 anni), Muskhanov Temirlan Ahmadovich (30 anni), Ozdiev Usman Vahaevich (27 anni), Rashidov Doc Ibrahimovic (21 anni), Siriev Magomed Musaevich (23 anni), Soltahmanov Ismail Ezer-Aliyev (22 anni), Suleymanov Magomed Arbievich (29 anni), Tuchaev Ahmed Ramzanovich (29 anni), Habu Khamzat Slaudinovich (23 anni), Khakimov Alvi Aslambekovich (24 anni), Hamidov Shamil Ahmedovich (30 anni), Tsikmaev Sultanovich Ayoub (32 anni), Shapiev Muslim Isaevich (27 anni), Eskarbiev Sayhan Vahamsoltovich (24 anni), Yusupov Sahab Marshak (27 anni), Yusupov Shamhan Shayovich (28 anni).
Questi sono quelli dichiarati.
Shapiev – Dichiarati da chi? –
Yusupov – Non dal governo, ovviamente –
Shapiev – Uno Stato che uccide i propri figli non è uno Stato. –
Yusupov – Nemmeno lo stato di natura ammette simili atrocità. –
Shapiev – Cosa potevamo aspettarci? Tra i suoi molti privilegi il potere ha anche quello di fare e dire ciò che vuole. Stupidi che siamo stati a non scappare in tempo! –
Yusupov – Solo i codardi scappano. Orfano di padre, non potevo rimanere anche orfano di patria. –
Shapiev – Almeno tu hai una madre, io nemmeno quello. –
Yusupov – Certo che hai una madre. –
Shapiev (Adirato) – No che non ho una madre. Lo sai che sono andati a bussare alla nostra porta, lo sai vero? –
Yusupov – Lo so, lo hanno fatto anche con me. –
Shapiev – Quanto per te? –
Yusupov – Tre milioni e mezzo. –
Shapiev – Io solo tre, d’altronde sono sempre stato inferiore a te. –
Yusupov – Ma che dici scemo!? –
Shapiev – Beh, fatto sta che i miei non hanno pagato il riscatto. –
Yusupov – Nemmeno mia madre. –
Shapiev – Tua madre perché non li aveva, povera donna! Sai cosa ha detto invece la mia quando gli hanno chiesto se ero suo figlio? “Figlio? Io non ho nessun figlio. E se avete preso un frocio” ha aggiunto “dategli la lezione che si merita”. Capisci? Sono una vergogna per loro, per la mia famiglia! – (Scoppia a piangere, Yusupov cerca di consolarlo).
Yusupov – Dai su, non piangere. Hai resistito finora, non puoi cedere adesso che è tutto finito. Non devi credere a quello che ti hanno detto, oltre al dolore fisico sono soliti torturare l’anima delle persone. –
Shapiev – Forse hai ragione. Ma non capisco che motivo c’era, con tutti i problemi che abbiamo in
Cecenia! –
Yusupov – Hai detto bene! Tutti i problemi che abbiamo in Cecenia. Sperano di soffocare il separatismo nel comune odio che li lega contro di noi. La caccia alle streghe, si sa, esalta il popolo e lo tiene ben unito contro lo straniero, contro il diverso. –
Shapiev – Siamo forse diversi Yusupov? Se mi spegni una sigaretta nell’occhio non diventerò forse cieco? Se mi spezzi una gamba come potrei più alzarmi? Se mi fai l’elettrochoc il mio cervello non friggerà come tutti gli altri cervelli? Se mi strapperai la lingua dalla bocca non diventerò muto? E se mi riempirai di calci e di pugni senza che io possa rispondere non pensi che morirò come tutti gli esseri umani? Il mio dolore non è forse uguale ad altro dolore? –
Yusupov – Lo so, Shapiev, ormai è accaduto e non possiamo fare più nulla per cambiarlo. –
Shapiev – Ma dobbiamo cercare di capire ciò che è successo. Senza verità come potremmo trovare pace? –
(Silenzio) – E l’Europa che fa? Sta a guardare! –
Yusupov – No, stanno a disquisire sul fatto se si possa parlare o meno di campo di concentramento. –
Shapiev – Siamo stati deportati? –
Yusupov – Sì. –
Shapiev – Siamo stati concentrati e trattati come le bestie? –
Yusupov – Sì. –
Shapiev – Nulla quaestio. –
Yusupov – Anche Hitler lo hanno fermato quando ormai era troppo tardi. La storia si studia a scuola per essere dimenticata da grandi. –
Shapiev – Quindi siamo vittime anche noi del nazifascismo? –
Yusupov – Del comunismo, del nazionalismo, del fanatismo religioso islamico, del machismo,
dell’omofobia, cosa importa? Siamo vittime della Rivoluzione. –
Shapiev – La vera Rivoluzione sarebbe sposare la causa dei diritti umani, per tutti gli umani, anche per noi. –
Yusupov – Non ci considerano umani, ci considerano mostri, invertiti, pervertiti, depravati, schifosi, froci, ricchioni, pedofili, stupratori, barbari, immondi, innaturali, obbrobriosi, ingiuriosi, scandalosi, osceni. Ma ormai siamo morti e dobbiamo farcene una ragione. (Silenzio).
Shapiev – A te come è successo? –
Yusupov – Accadde di notte, circa due mesi fa. Mi presero nel sonno i bastardi. Sfondarono la porta della nostra casa, di casa nostra, capisci? La casa che è il luogo sacro e inviolabile a chi la abita! Erano cinque o sei, troppi per prendere un frocio. Mi hanno buttato giù dal letto e mi hanno tirato pugni e calci ben assestati. Io gridavo loro di fermarsi, che avevano sbagliato persona, che qualunque cosa di cui mi incolpassero non ero stato io. Ma poi capii che le storie che giravano erano vere e che anch’io avrei subito il martirio. Allora li assecondai e andai loro appresso, per non fare altro rumore.
Ma mamma si era già svegliata e ci inseguiva con le mani giunte e strappandosi i capelli. Piangeva, eccome se piangeva! Gridava: “Lasciatelo! Lasciatelo! Non ha fatto nulla di male! Non ha ucciso nessuno, non ha rubato, non ha cospirato e così via, tutta la lista dei reati che le venivano in mente e per i quali pensava che mi portassero via.
Ovviamente l’hanno picchiata per tapparle la bocca. Poi hanno distrutto tutto, quel poco che avevamo.
Io amavo quella casa, senza vento di disgrazia. A volte forse ne ho maledetto i numi, ma essi non
abitavano in regione più chiara. Ma poi, ma poi… – (Singhiozza)
Shapiev – Dai, non fare così: i veri uomini non piangono. – (Cerca di consolarlo)
Yusupov – Hai ragione. Chi è quello? Non sarà mica… –
Shapiev – Sergey! –
Yusupov – Proprio lui. –
Shapiev – Ed io che lo amavo tanto… –
Yusupov – Continuerai ad amarlo anche qui. –
Shapiev – A quanto è salito il conto? –
Yusupov – La lista è lunga, purtroppo, e non è finita: Adam Isaevich (29 anni), Apti Hasanovic (27 anni), Side Ramzan Ramzanovich (26 anni), ecc.