“Che la passerella Telfer fosse ammalata di “annite” lo si sa da almeno 10 anni. Che un grosso movimento di opinione molto trasversale legato alla Archeologia Industriale (in particolare il Centro Studi Malfatti) stia combattendo una battaglia per il suo mantenimento in situ, è arcinoto.
In quanto struttura tecnico-funzionale essenziale di tutto il sito ex industriale della Calciocianamide di Papigno, dichiarata di interesse culturale dalla Segreteria Regionale del Mibact nel 2015 e con un ricorso pendente presso il Presidente della Repubblica per scongiurare il suo abbattimento, ci schieriamo dalla parte del suo mantenimento, restauro conservativo e rifunzionalizzazione all’interno di un progetto di più ampio respiro che interessi tutta l’area. Sosteniamo con forza che procedere alla rimozione della Telfer depaupererebbe tutto il sito di una struttura che ha senso visitare anche in quanto ancora integro in un mondo che cambia freneticamente.”
Lo scrive Roberto Carelli, presidente del comitato civico pro Teatro Verdi e di Fare per te-Fare per Terni, che parla a titolo personale, annunciando un esposto alla procura della Repubblica affinché si faccia luce su relazioni tecniche, atti e delibere che hanno determinato la decisione di smontare il manufatto.
“Abbiamo assistito – scrive Carelli – alla inazione e alla mancanza di metodo procedurale nel comprendere se fosse possibile mantenere o abbattere questa struttura e quanto costasse, messi a confronto, l’uno e l’altro procedimento. Una questione di buon senso comune prima che di tecnica e di politica. E come al solito ci siamo stupiti ed indignati di fronte all’atteggiamento ideologico (quando non sostenuto da interessi di comitati d’affari), senza che si sia mai venuti a capo di nulla. Esattamente come per il Teatro Verdi ed altre ferite aperte in città.
Oggi osserviamo la reiterazione di un approccio “vecchio stile” cui ci avevano abituato le precedenti amministrazioni, senza tenere conto che una buona amministrazione, prima di tutto, si misura dalla capacità di evitare discussioni e scontri sociali tra “fazioni opposte”. Se tali discussioni e scontri permangono, non ostante il cambio di colore della politica, significa che la nuova amministrazione non è in grado di dare risposte compiute, esaurienti, logiche, appaganti, laiche, di là di ogni ragionevole dubbio.
La logica deduzione è che ci sia un approccio di tipo arbitrario nell’esercizio delle deleghe assessorili, sfruttando magari la psicosi del crollo di ponte Morandi a Genova.
Nel dubbio, – ribadisce Carelli – abbiamo richiesto all’Amministrazione Comunale un Accesso agli Atti che hanno portato alla decisione della rimozione d’urgenza della Telfer, senza aver adeguatamente predisposto, in apparenza, un adeguato piano del traffico alternativo, causa di incidenti stradali di cui la cronaca ci sta informando e di cui sono responsabili anche il Prefetto ed il Presidente della Provincia di Terni.
Nel dubbio abbiamo richiesto che la Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Terni si attivi per accertare se la procedura di rimozione della Telfer sia supportata da Relazioni Tecniche, Delibere e Atti che giustifichino la procedura d’urgenza che l’amministrazione ha intenzione di attuare. Diversamente chi ha agito d’imperio, privando la città di una struttura potenzialmente molto interessante dal punto di vista turistico-ricettivo, ne pagherà le conseguenze.”
Nell’esposto si chiede che
1) Venga valutato se l’Amministrazione Comunale ed in particolare l’Assessore ai LL.PP. Enrico Melasecche Germini, abbiano svolto tutti gli accertamenti tecnici di rito per accertare la possibilità del mantenimento in situ della predetta telfer;
2) Se il Tecnico incaricato della suddetta perizia abbia i titoli e la organizzazione tecnica per poter effettuare le analisi sull’impalcato in acciaio che costituisce la Telfer e se i tempi ridotti di cui ha parlato l’Assessore siano compatibili con una analisi lege artis di questa fattispecie (a noi risulta infatti che le caratteristiche del metallo e della carpenteria accessoria siano svolte da poche aziende specializzate sul territorio nazionale e che spesso alcuni tipi di analisi debbano essere a loro volta fatte eseguire da laboratori superspecialistici attraverso la acquisizione di carote di metallo a campione (definite ossi) e con analisi non distruttive mediante strumenti sonografici che richiedono dai 15 ai 20 giorni per una risposta compiuta;
3) Che si valuti la fattispecie di esercizio arbitrario delle deleghe assessorili in mancanza di analisi approfondite ed atti tecnico-giuridici che giustifichino la rimozione di detto manufatto, con conseguente grave danno per la Amministrazione Comunale e la città tutta.