L’Associazione Esedomani Terni ha partecipato alla conferenza stampa che si è tenuta giovedì scorso nella sala Caduti di Nassiriya del Senato per presentare il nuovo disegno di legge contro le “teorie riparative” che pretendono di “curare” l’omosessualità.
Oltre agli esponenti delle varie associazioni LGBT nazionali, erano presenti il Sen. Sergio Lo Giudice, la Sen. Monica Cirinnà, il Prof. Vittorio Lingiardi che pure ha partecipato alla stesura del testo di legge e il giornalista de “L’Espresso” Michele Sasso.
Per Esedomani ha preso la parola il vicepresidente, Michael Crisantemi, che, ringraziando i firmatari e lodando la bontà del provvedimento, ha voluto richiamare l’attenzione sulle vittime di queste pratiche, suggerendo in loro favore di introdurre nella legge delle azioni positive volte ad aiutare e ad accompagnare i minorenni che siano caduti nella rete di queste pericolose realtà. Inoltre, ha sottolineato le problematicità e le criticità a livello tecnico-giuridico, specialmente dell’art. 2 che punisce con la reclusione fino a due anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro “Chiunque, esercitando la pratica di psicologo, medico psichiatra, psicoterapeuta, terapeuta, consulente clinico, counsellor, consulente psicologico, assistente sociale, educatore o pedagogista, faccia uso su soggetti minorenni di pratiche rivolte alla conversione dell’orientamento sessuale.”
“Si tratta comunque di un buon testo di partenza, che tutela la libertà di autodeterminazione della persona – ha sottolineato Crisantemi – speriamo che possa presto diventare legge dello Stato. Dobbiamo ribadire con fermezza, specialmente alle giovani generazioni – ha aggiunto – che l’omosessualità non è una malattia (ricordiamo che il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale di Sanità l’ha cancellata dalla lista delle patologie cliniche) e di conseguenza non c’è nulla da curare.”
Simili provvedimenti legislativi sono stati approvati anche in diversi Stati degli Usa e lo stesso Presidente Obama ha annunciato il suo sostegno ad una legge federale in questo senso.
Come si legge nel preambolo che accompagna il ddl, studi scientifici (Ariel Shildo e Michael Schroeder, 2002) hanno dimostrato le conseguenze negative che siffatti trattamenti provocano in quanti vi si sottopongano (istinti suicidi, depressione, stress, cattive relazioni familiari ecc.).