Nella giornata in cui si celebravano i 50 anni del Liberati la Ternana ha regalato una bella vittoria ai propri tifosi accorsi in numero superiore ai 2400 al Manlio Scopigno di Rieti.
Una presenza massiccia e non passiva perché tutti insieme, e questa è una bella constatazione, hanno cantato, incoraggiato la squadra per tutti 95 minuti e festeggiato alla fine quando i giocatori sono andati sotto la Curva Terminillo a ringraziarli. Tutti, senza distinzione di sorta. Ed è questo un altro segnale che può essere importante per la Ternana e per il suo futuro nel campionato che è iniziato ieri.
Della prestazione della squadra non si può che parlarne con positività per quello che ha fatto vedere non solo sul piano tecnico, dell’organizzazione del gioco ma anche per lo spirito cameratesco che sembra dominare nel gruppo.
Gli abbracci al gol, quelli al fischio finale dell’ottimo Colombo di Como, quelli al momento dei cambi e quella voglia di aiutarsi l’un con l’altro sono tutti segnali che fanno ben sperare, che dimostrano come ci sia una compattezza invidiabile nel gruppo.
Che deve restare, però, anche nei momenti più difficili, che purtroppo in un campionato lungo possono starci, ma con l’unità e con il sentirsi parte integrante di un progetto, anche se con una minor presenza in campo, può aiutare a superarli.
E veniamo alla prestazione contro la volenterosa, aggressiva compagine di Mariani che va apprezzata per l’impegno messo in campo contro una Ternana di un altro spessore tecnico, che può vantare una panchina di primo piano con giocatori che sarebbero protagonisti in qualsiasi altra compagine di C.
Ci è piaciuto il modo con cui la squadra ha interpretato e gestito la partita, in modo molto diverso rispetto alla partita di Coppa, ci è piaciuta la continua ricerca di far gioco, di non gettare il pallone in avanti ad occhi chiusi, e ci è piaciuta anche l’umiltà con cui ha affrontato la squadra di casa.
Una Ternana positiva, insomma, che ancora però si concede qualche sprazzo di calo di tensione, da evitare assolutamente per non permettere agli avversari in seguito di rientrare in partita quando invece si ha l’opportunità di chiuderla, di addormentarla.
Insomma, come ha fatto nella parte finale quando ha abbassato consapevolmente i ritmi ed ha incrementato il giro palla anche tra i difensori senza incorrere in inutili rischi.
Qualche sbavatura ancora nella fase difensiva su cui lavorare, e con una vittoria in tasca lo si potrà fare più serenamente, come quella che ha dato il la al gol della bandiera dell’ex Gondo.
Sul piano dei singoli, poi, tutti sopra la sufficienza con i punti più elevati toccati da Marilungo, doppietta per lui, Furlan, una gran bella partita per lui che in settimana ha rifiutato la principesca offerta del Padova pur di riscattare una stagione incolore come quella passata, il solito Mammarella con il suo piede sinistro vellutato da cui sono partiti gli assist per due dei tre gol, Russo che si è tolto la soddisfazione di andare in gol addirittura in sforbiciata.
E, poi, c’è Ferrante. Ha lottato come un gladiatore, ha fatto salire la squadra con il suo movimento e con il suo controllo palla. Non ha fatto gol ma la sua, a nostro avviso, è stata una prestazione importante. Assolutamente utile per la squadra e i suoi equilibri.
E accanto ai meriti dei giocatori, del direttore sportivo, Luca Leone, ci sono quelli di Fabio Gallo: la squadra sta assumendo una fisionomia consona ai canoni con cui è stata costruita, e non è sempre facile poi metterli in pratica sul campo, sta insistendo su alcune scelte e su alcune convinzioni personali ( Nesta e Furlan, ndr ) che anche ieri sera sono sembrate giuste e anche nella lettura del match è stato tempestivo ed efficace.
Le sostituzioni, il passaggio al 3-5-2 nel momento in cui c’era da sterilizzare il risultato sono risultate mosse azzeccate e di queste gliene va dato atto e merito.
E’ la prima vittoria, è la prima partita, niente toni trionfalistici nella nostra analisi perché di strada ce n’è ancora tanta da fare. L’inizio, però, è stato davvero positivo e promettente.