Da questa mattina la Ternana inizia gli allenamenti di squadra ma con tutte lue precauzioni previste dal protocollo per la tutela della salute.
E su questo la società rossoverde non transige, non fa sconti: in attuazione, quindi, tutte quelle misure previste dall’ingresso allo stadio separato tra giocatori e tecnici con coloro che fanno parte integrante del gruppo ma che tesserati non sono, alla misurazione all’arrivo della temperatura e dell’ossigenazione sanguigna oltre alla sottoscrizione di una ampia documentazione da parte degli addetti all’operazione. Non finisce, qui, però, perché l’espletazione di altre formalità si susseguiranno durante l’allenamento, santificazione di tutta l’attrezzatura usata, palloni compresi, che dovrà essere disputato a porte chiuse e alla fine del quale i rossoverdi torneranno a casa senza sottoporsi alla classica doccia.
Per Gallo sarà, dopo tre mesi, la prima volta che gli sarà consentito di lavorare con l’intero gruppo e avrà a disposizione una ventina di giorni per trovare la sintesi anche sul piano tattico in vista della finale di Coppa Italia da disputare in campo neutro.
Per ora l’unica cosa certa in serie C è che si disputerà la finale di Coppa Italia in una partita secca con luogo da decidere ( tra le location papabili anche il Dino Manuzzi di Cesena, custode di un trionfo rossoverde nella stagione 88-89, quello della Ternana di Claudio Tobia, e data da decidere anche se quella del 25 giugno, data anticipata dal presidente Bandecchi, potrebbe essere quella più probabile.
Nella Lega di Ghirelli, però, è vero tutto ed il contrario di tutto anche a causa delle incertezze che regnano in Federazione. E’ vero che la situazione è particolare, con tante incognite che potrebbero giocare un ruolo decisivo sullo sviluppo dei campionati ma non è logico, non è da dirigenti oculati e in possesso della necessaria capacità gestionale cambiare idea ogni giorno.
Nella riunione di ieri tra la Figc, le leghe e il settore tecnico è venuta fuori, ad esempio, l’idea di far disputare i play off in gara secca per accorciare i tempi, ipotesi già in atto per la fase dei gironi ma non per quella a carattere nazionale. Sembrerebbe, poi, che il governo del calcio voglia farli disputare anche alle squadre prime in graduatoria al momento della cristallizzazione delle classifiche ovvero a Reggina, Monza e Vicenza. Da segnalare che in caso di parità sembrerebbe che il lasciapassare per il turno successivo possa essere riservato alla squadra con un miglior piazzamento nella classifica cristallizzata. Novità anche per quanto concerne i play out ai quali parteciperebbero l’ultima, penultima, terzultima, quartultima di ogni girone. A salvarsi sarà una sola squadra per ogni girone.
A 20 giorni dalla ripresa dell’attività agonistica in serie C è tutto ancora da decidere e questo attesta la mancanza di chiarezza e di coraggio nelle decisioni da prendere. E, quando si governa lo si dovrebbe fare con autorevolezza tenendo conto dell’interesse generale e non di quella o questa società che, però, è in grado di portare voti importanti in occasione delle elezioni.
Ed allora aspettiamo pazientemente l’8 giugno, data in cui si svolgerà l’ennesima sessione del Consiglio Federale con la speranza che in quella sede possano scaturire decisioni definitive che permettano anche di programmare il ridotto periodo agonistico.