E’ tornato a parlare Stefano Ranucci dopo la delusione provata nel tardo pomeriggio di ieri dopo la lettura del dispositivo emesso dalLa Corte Federale di Appello e che chiudeva la strada a Ternana, Siena e Pro Vercelli oltre a rigettare quelle che erano le richieste della Procura Federale.
E lo ha fatto con questa intervista pubblicata sul sito ufficiale della società che vi proponiamo integralmente e che testimonia come il numero uno di via della Bardesca non abbia perso il coraggio di combattere e di affrontare fino in fondo una situazione che non premia di certo le società virtuose, quelle che hanno rispettato le regole, che hanno pagato regolarmente contributi, stipendi ed irpef.
“È stata una sentenza che faccio fatica ad accettare, sono disorientato”, così il presidente della Ternana Stefano Ranucci, il day after. “Mi posso spiegare questa situazione soltanto con il caos, che in questo momento sembra regnare nel nostro calcio, altrimenti non ci sono altre spiegazioni”.
Il presidente non ci sta, la decisione di rigettare il ricorso di Ternana, Siena, Pro Vercelli e Figc è stato un duro colpo. La Ternana, insieme alle tre società, era riuscita a smontare punto per punto la tesi del Novara, ma nonostante questo è arrivata la decisione avvesa del Tribunale.
“Io sono letteralmente sconcertato. Noi abbiamo fatto, grazie ai nostri legali, un lavoro mastodontico, capillare, molto profondo anche dal punto di vista giuridico. Ma non è bastato e non riesco a capire come sia possibile. Mi rifiuto di credere che i vertici del calcio vogliano far perdere appeal a questo movimento. Perché qui non ci sono in ballo solo i tifosi della Ternana: qui ci sono in ballo i tifosi in generale. Come si può pensare che, dopo una decisione del genere, ci sia maggior attenzione e amore nei confronti di questo mondo. Così si allontana la gente dagli stadi, la si fa disamorare. Le nostre Leghe vogliono dare sempre più importanza agli spettatori: sia allo stadio che in tv. Infrastrutture migliori, politiche per lo sviluppo, un prodotto commercializzabile. E poi succede il contrario. Per non parlare poi dell’effetto sugli imprenditori”.
Di questo tema ne ha parlato anche Bandecchi, recentemente. La mancanza di certezze non spinge certo gli imprenditori onesti a investire nel calcio.
“Ma certo – continua Ranucci – non c’è la certezza delle regole e quindi non c’è la certezza che comportandosi correttamente e seguendole poi si raggiungano dei risultati. C’è un doppio riverbero negativo in questa vicenda. Ora per esempio sono fallite tre società, importanti. Un imprenditore ci pensa 100 volte prima di entrare nel calcio, se queste sono le conseguenze. E se si pensa di poter aiutare o bilanciare questo sistema sostituendo una grande piazza con un’altra si fa solo l’interesse di uno specifico territorio, non sicuramente del movimento in generale. Ribadisco: così si allontana il tifoso dagli stadi e dalla tv. E non è solo una questione relativa alle regole che sono cambiate per i ripescaggi. È un discorso in generale”.
A cosa fa riferimento? All’atteggiamento della Lega di Serie B?
“È una delle questioni… in questo momento la Lega non ha ancora inviato alcune documentazioni, richieste dalla Figc con termine ultimo già scaduto e mettendo in difficoltà gli addetti ai lavori, per esempio. Per non parlare della decisione autodeterminata di ridurre a 20 il format della B della prossima stagione. La sensazione è che le norme non valgano più e che ognuno si senta in diritto di cambiarle quando e dove vuole. Ci deve essere invece un iter ben preciso, altrimnti, prendiamola con ironia, potremmo decidere da soli di giocare con due palloni o di fischiare un rigore ogni tre angoli… se non c’è rispetto delle norme e se le norme non sono una linea guida come è possibile che il movimento continui a crescere. Senza parlare delle eventuali conseguenze di una serie B a 20 squadre… non ci saranno delle conseguenze sui calciatori professionisti e il loro livello occupazionale?”.
In questo momento c’è molta rabbia e frustrazione ma c’è anche rassegnazione?
“Mai. Come ha detto anche Bandecchi noi andremo fino in fondo. Per rispetto nei confronti della piazza e per rispetto anche nei nostri confronti e nel nostro lavoro che è sempre stato all’insegna della correttezza. I nostri avvocati sono già al lavoro per il ricorso, non ci arrendiamo. E come abbiamo promesso, se necessario, ci rivolgeremo anche alla giustizia ordinaria per vedere riconosciute le nostre ragioni. Questa storia non finisce qui. Se prima giorno e notte lavoravo a questo ricorso, ora ho ancora più energie per vedere riconosciuti i nostri diritti. E poi mi aspetto ancora le notizie ufficiali: per essere ripescati si devono avere dei requisiti (che noi sicuramente abbiamo e magari altri no) e ancora non sono state ufficializzate le liste dalla Figc. Noi vogliamo conoscere le graduatorie ufficiali e continueremo a credere, malgrado la delusione nelle norme. Sono certo che nell’ambito del ripescaggio le società virtuose saranno premiate. Altrimenti, come detto, continueremo con la stessa determinazione per veder riconosciuti i nostri diritti”.
Nel frattempo però bisogna lavorare anche per la costruzione della squadra: tutto questo quanto influisce?
“Inutile negare che finora è stato così. Ma posso promettere che costruiremo una squadra competitiva, qualsiasi campionato faccia”.
La Ternana insomma non si arrende, anche se la delusione (anzi la rabbia) per la decisione di ieri è stata tanta. Soprattutto per non vedere rispettate le norme.