Adesso si chiama Food Truck. Una volta, a Terni, era il furgone de “lu porchettaru”, ma sembra che detta così la faccenda acquisti una veste snob e più moderna. Il commercio in centro langue perché quello stesso centro è una specie di mortorio? Ecco la pensata del Comune: lo rivitalizziamo con la porchetta, i salumi, i croccanti. Le nocchie, i semi salati, Con aggiunta di varianti “esotiche” tipo arrosticini, ‘nduja calabrese, pecorino di Sardegna, e via inventando.
Davvero una bella pensata.
Spiega l’assessore al ramo Stefano Fatale: “E’ stato previsto che anche nelle vie e nelle piazze ricomprese nell’isola pedonale o area pedonale urbana si possa fare uso del cosiddetto Food Truck (chiosco-furgone o camion-ristorante) per vendere alimenti e bevande in alcune circostanze particolari”.
E quali sarebbero queste circostanze particolari? Anche qui ci aiuta la lingua inglese: “iniziative di street food”, una specie si sagra di strada ed anche qui porchetta, croccanti, birra e vino alla spina, salsiccie di cinghiale, ecc. ecc. Secondo il Comune questi sono veri e propri eventi culturali che servono a “vivacizzare il contesto urbanistico” o richiamare in città turisti provenienti da chissà dove, arrivati dalla strada della Sgurgola.
Un altro aiutino a soddisfare la pancia, più che il cervello. D’altra parte a che si dà retta quando si va alle urne?
I commercianti del centro ne resteranno soddisfattissimi. E’ sicuro. Perché potranno ricavarne solo benefici. Spiega infatti l’assessore: “L’uso di questi mezzi, se proposti congiuntamente alle attività degli esercenti abituali, se posizionati anche vicino ai locali e per non più di tre giorni, come previsto dal Regolamento (recentemente approvato dalla Giunta comunale, ndr), può rivelarsi fonte di maggiore attrattività per l’interno centro storico, come dimostrato nei giorni scorsi (?,ndr)”.