Sulla vicenda della cessione delle quote detenute da ASM nel SII in favore di Umbria Due (ACEA), intervengono la Femca-CISL e il Partito Democratico.
“Della vicenda della cessione del 15% delle quote di Asm ad Umbriadue di cui si sta dibattendo proprio in questi giorni, quello che colpisce è per così dire – scrive il sindacato – la velocità di esecuzione dell’operazione.
E’ del tutto evidente che questo tipo di operazioni, al netto della loro bontà, hanno bisogno del tempo necessario prima di essere portate a termine.
Cambi o conferme di Statuti, così come variazioni anche piccole di percentuali tra un soggetto e un altro, possono oggi sembrare di poca importanza ma in realtà potrebbero, una volta a regime significare molto.
In questa operazione – scrive ancora Femca Cisl – si tratta di conciliare la strategicità di un azienda territoriale con il conto economico della stessa, non dimenticandosi poi che l’oggetto del contendere è l’acqua pubblica e la sua gestione.
Tra l’altro anche l’organizzazione tra territori sugli stessi servizi offerti, vedi il caso di Asm e Aman, se da un lato necessita di armonizzazione, dall’altro deve tenere in considerazione le diverse peculiarità territoriali.
Invitiamo quindi a ragionare in maniera approfondita e completa intorno all’argomento – senza proclami ma contestualmente senza leggerezza, coinvolgendo tutti gli attori interessati nessuno escluso.”
LA POSIZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO
“In merito alla cessione delle quote di Asm ad Umbriadue (Acea ) il Partito Democratico di Terni esprime la più totale contrarietà. Attualmente Asm detiene circa il 18% di quote azionarie del Sii, mentre Umbriadue il 25%. Il pacchetto di maggioranza pubblico è detenuto per il 51% dal consorzio dei comuni della provincia di Terni, dove la città dell’acciaio ha a sua volta una quota pari al 19%, facendo del Comune di Terni l’azionista di maggioranza del Sistema Idrico. Il punto centrale è che l’ipotesi di cessione del 15% delle quote Asm ad Umbriadue espone ad una grave perdita di interessi l’ente comunale, indebolisce la città e i cittadini con una perdita reale di quella “sovranità” tanto sbandierata dalle forze di destra. Innanzi tutto con tale vendita Umbriadue diventerebbe socio di maggioranza detenendo circa il 40% di tutto il pacchetto azionario. Il Comune di Terni che attualmente è il socio principale del Sii perderebbe questa posizione. Si indebolisce così il ruolo strategico della città, si svende un bene assolutamente inalienabile e universale come l’acqua pubblica. Si mettono a rischio i cittadini rispetto a politiche private nella gestione e proprietà delle acque. In questa fase storica, nel mondo globale è iniziata una guerra alle risorse idriche e il Comune di Terni ha il dovere di difendere l’attuale posizione di proprietà pubblica perché ne va del’interesse dei cittadini , non solo quelli di oggi, ma soprattutto in un orizzonte temporale di medio e lungo periodo.
Vogliamo capire – scrive il PD – che ruolo si vuole far svolgere a soggetti privati come Acea. Osserviamo che sarebbe rischioso permettere ad una azienda privata di detenere e concentrare a se quote importanti di proprietà in ambiti economici e sociali strategici. Il rafforzamento di Acea su Terni si traduce anche con la possibilità di far diventare la valle ternana la discarica di Roma, possedendo Acea l’inceneritore di Maratta. Per questi motivi siamo fermamente contrari a questa cessione, invitiamo il Sindaco e la Giunta a sospendere e mettere da parte questa opzione scellerata. Ovviamente come forza di opposizione ci mobiliteremo e faremo una battaglia frontale per evitare questo scenario.”