L’installazione degli Autovelox in via Lessini a Maratta obbligherà gli automobilisti a una maggiore prudenza e questo non potrà non migliorare la sicurezza stradale in un’arteria teatro anche di incidenti mortali.
E’ questa l’emergenza, la priorità assoluta di Maratta? Secondo la Confartigianato di Terni non sarebbe proprio così. Ci sono anche altre emergenze che potevano essere affrontate prima o insieme.
DI CONFARTIGIANATO TERNI
Confartigianato Terni rileva che dopo la sollecitazione pubblica che ha rivolto nel mese di gennaio al Comune di Terni per dare maggiore attenzione alle aree produttive al fine di renderle maggiormente attrattive, il primo intervento che ci troviamo a registrare è l’installazione di due nuovi autovelox in via Lessini.
Certamente iniziative per la sicurezza stradale sono importanti e positive, ma riteniamo che sia necessario un impegno più ampio sulla sicurezza delle aree produttive che comprenda anche e prioritariamente gli aspetti della protezione dai rischi di esondazione e allagamenti, furti, rischi ambientali da fonti inquinanti, ecc., che invece sembrano essere stati tralasciati o, perlomeno, posticipati nell’azione amministrativa.
Il risultato è che nelle aree produttive si continua a sentire la mancanza di manutenzione stradale, manutenzione del verde, segnaletica verticale ed orizzontale (che assicurerebbe di certo una maggiore sicurezza stradale all’interno delle aree stesse), larga banda, marciapiedi, illuminazione pubblica, completamento della rete di distribuzione del metano, potenziamento della rete fognaria e di convogliamento delle acque meteoriche, completamento ed entrata in funzione della piastra logistica.
Non ci interessa allungare la lista delle lamentele, più o meno giustificate, che accompagnano inevitabilmente gli interventi amministrativi, ci sembra utile invece stimolare una riflessione sulla priorità delle scelte amministrative, soprattutto in un periodo cruciale quale è quello che stiamo affrontando.
Forse non appare sufficientemente chiaro che i cittadini e le imprese del territorio si sentono oggi doppiamente minacciati dalle due congiunte emergenze, quella sanitaria e quella economica e si aspettano da tutta la pubblica amministrazione locale interventi immediati, efficaci e strettamente mirati a fronteggiarle entrambe.
Sappiamo bene che la lunghezza estenuante delle procedure burocratiche nel settore pubblico allontana talmente il momento delle scelte amministrative da quello delle realizzazioni da rendere queste ultime del tutto scollegate e casuali rispetto alla contingenza, ma riteniamo questa evidenza una aggravante e non un alibi, come invece sembra fare l’Amministrazione comunale.
La coesione sociale non è un concetto astratto, ma è un valore indispensabile soprattutto nelle crisi e si riferisce a un complesso di situazioni che vanno dal sentimento di vicinanza degli amministrati agli amministratori, al riconoscimento reciproco dei cittadini come coralmente impegnati a fronteggiare le difficoltà, alla propensione a collaborare. In questo momento nel nostro territorio ci sono operatori sanitari impegnati a combattere l’epidemia, imprenditori che assistono all’evaporazione dei ricavi e all’incremento dei costi che mette a rischio la propria attività e i posti di lavoro collegati, cittadini e imprese che dopo un anno di restrizioni accettate in modo encomiabile iniziano a mostrare cenni di cedimento, non giustificabili, ma almeno prevedibili.
Da non sottovalutare che questo sta avvenendo mentre la scarsa informatizzazione e l’eccessiva burocratizzazione dei procedimenti amministrativi della pubblica amministrazione locale sembrano mettere altri bastoni fra le ruote alle imprese nel momento in cui esse richiedono di accedere agli strumenti di sostegno piccoli e grandi predisposti dal Governo. Un esempio piccolo è che il Comune di Terni non è stato ancora in grado di emettere dopo molti mesi le autorizzazioni di occupazione del suolo pubblico per permettere ai locali di via Fratini di svolgere il servizio del pranzo all’aperto i quali hanno nel frattempo subito provvedimenti di chiusura a ripetizione e sperano in una riapertura il prima possibile. Un esempio ben più importante è che il Comune di Terni non è in grado di fornire in tempo reale le pratiche edilizie necessarie ai privati per accedere alle agevolazioni del SUPERBONUS 110%, e i tempi si stanno allungando a tal punto che il rischio di perdere questa opportunità, essenziale per l’economia del territorio, si fa sempre più concreto.
Il compito che abbiamo di fronte non è facile: in un quadro di pericolosa sofferenza sociale diffusa, dobbiamo sconfiggere l’epidemia, cogliere il treno del rilancio ed evitare la marginalità demografica ed economica del territorio.
La scelta di dare la precedenza agli autovelox rende difficile capire e condividere le priorità. Se in più si aggiunge che a Terni purtroppo è prassi comune presentare le scelte amministrative come mera applicazione di cavilli burocratici, diventa praticamente impossibile perseguire l’indispensabile coesione sociale