“E’ stata una decisione folle e pericolosissima, quella del detenuto italiano di 34 anni ristretto nel carcere di Terni per rapina ed altro, che nella notte ha inghiottito delle lamette, un bracciale e probabilmente un microtelefonino. Poi si è sentito male ed è stato trasportato al Pronto soccorso”.
A spiegare quanto accaduto nella casa circondariale di vocabolo Sabbione è Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che denuncia come continuino “le condizioni di forte criticità all’interno delle carceri e dei Reparti di Polizia Penitenziaria dell’Umbria e in particolare a Terni, dove sono costanti e continui eventi fortemente pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza interna dell’Istituto e per l’incolumitàdel personale di Polizia Penitenziaria”.
“La situazione all’interno delle carceri italiane si è notevolmente aggravata rispetto al 2017 – aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE – i numeri riferiti agli eventi critici avvenuti tra le sbarre delle carceri italiane nell’intero anno 2018 sono inquietanti: 10.423 atti di autolesionismo (rispetto ai 9.510 del 2017), 1.198 tentati suicidi sventati in tempo dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria (nel 2017 furono 1.135), 7.784 colluttazioni (che erano state 7.446 l’anno prima). Alto anche il numero dei ferimenti, 1.159, nonché dei tentati omicidi in carcere, che nel 2018 sono stati 5 e nel 2017 furono 2. La cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.