Si fa sempre più grave la situazione al PMAL di Terni (Polo di mantenimento armi leggere , la ex Fabbrica d’armi).
Situazione che la RSU e le organizzazioni sindacali hanno esposto questa mattina al generale di corpo d’armata. Comandante Logistico dell’esercito,Paolo Francesco Figliuolo, in visita allo stabilimento.
“Dopo lustri di inutili attese e vane promesse – hanno sostenuto i rappresentanti dei lavori – c’è il rischio che nel giro di meno di due anni il PMAL sprofonderà in un forse irreparabile collasso produttivo e occupazionale. Già oggi il PMAL è costretto a rinunciare a importanti commesse di lavoro (Arma dei Carabinieri) a seguito della gravissima carenza di personale valutabile fin da ora in oltre 100 persone.
Infatti, senza adeguate e immediate misure volte ad assicurare in tempi brevissimi un corposo e straordinario piano di assunzioni (almeno 200 persone per il triennio 2020-2022), comprendente anche la possibilità di ricorrere a contratti a tempo determinato o in somministrazione, in pochi mesi verranno vanificate le potenzialità tecnico-industriali di un ente che ha caratterizzato da quasi 150 anni lo sviluppo demografico sociale ed economico dell’intero territorio ternano.
Non solo – aggiungono i sindacati – l’inesorabile perdita di know how del Polo, cui è attribuita la manutenzione a livello nazionale delle armi leggere, individuali e di squadra dell’esercito, produrrà pericolosi effetti e gravi ricadute, in termini strategici ed economici, sul sistema difesa del Paese e sulla sicurezza delle migliaia di militari che operano nelle varie missioni militari, di polizia e peacekeeping, in Italia e all’estero.”
LE RICHIESTE SINDACALI
-
Sblocco del turnover e avvio dei bandi di concorso per il personale civile in deroga alla legge 244/12;
-
Riapertura delle ex scuole allievi operai e assunzioni a tempo determinato al fine di superare il gap generazionale e consentire la trasmissione delle conoscenze;
-
Ricerca e consolidamento delle commesse di lavoro a favore dell’Esercito e delle altre FF.AA. e Corpi armati dello Stato;
-
Investimenti nella manutenzione e ammodernamento degli impianti e attrezzature;
-
Riqualificazione del personale militare in F.V. verso profili tecnici da impiegare nei reparti produttivi.
Senza risposte adeguate i sindacati sono pronti ad interrompere le relazioni sindacali e mettere in atto tutte le azioni di mobilitazione del personale che riterranno necessarie a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori e a garanzia della capacità produttiva della realtà industriale pubblica più importante del territori