Festa di Natale alla san Vincenzo de’ Paoli con uno spettacolo che si è svolto al teatro don Bosco di Terni, del quale i protagonisti sono stati i bambini dell’Emporio, del laboratorio gioco danza.
Era presente il vescovo Giuseppe Piemontese, la presidente della San Vincenzo di Terni, Alessandra Rossi e la coordinatrice per l’Umbria e il Lazio, Antonella Catanzani.
Nato quattro anni fa, l’Emporio Bimbi della San Vincenzo è un centro di accoglienza e di distribuzione di beni e servizi ai bambini da 0 a 12 anni in difficoltà economica e/o esistenziale e alle relative famiglie, creato dalla Associazione Società di San Vincenzo de’ Paoli Consiglio Centrale di Terni e gestito attraverso la conferenza Maria Regina della Pace. L’associazione – è scritto in una nota della diocesi – ha sempre prestato particolare attenzione ai bambini delle famiglie assistite, cercando di fornire i generi di sussistenza necessari e, con un impegno sempre maggiore, di creare occasioni di incontro e di integrazione tra le diverse culture e condizioni sociali.
Per loro, oltre al laboratorio di danza, sono organizzati laboratori didattici come il doposcuola per aiuto compiti, il laboratorio di riciclo creativo con la produzione di vari oggetti di uso comune, il laboratorio di lingua, il laboratorio di arte ed espressività.
E tanti momenti di festa che favoriscono l’integrazione e l’amicizia: le feste in occasione del Natale e della Pasqua, per i compleanni e ricorrenze particolari, esperienze di svago come il cinema, il bowling, il torneo di calcio facendoli sentire considerati e meno soli.
L’attività nell’anno 2019 si è svolta regolarmente pur tra grandi difficoltà, avendo avuto una diminuzione dell’entrate e un aumento del 10% dei fruitori dei servizi. Il progetto ha interessato 342 bambini di età compresa tra 0 e 12 anni appartenenti a 205 famiglie di 31 diverse nazionalità. Sono persone che vivono situazioni di difficoltà economica o altre situazioni di difficoltà esistenziale, famiglie straniere non perfettamente integrate, famiglie italiane che si sentono escluse in una società che emargina chi non ha i mezzi per sostenere l’alto tenore proposto come modello di vita.
I beni distribuiti dei diversi settori: scuola, igiene personale, vestiario, alimentari, attrezzature e giocattoli
sono stati in parte acquistati ma molti sono stati reperiti grazie a donazioni di privati.