Riccardo Leonelli lascia la carica di direttore artistico del Terni Film Festival Popoli e Religioni.
Ad annunciarlo è stato lo stesso attore e regista ternano con un post pubblicato ieri pomeriggio sul suo profilo Facebook. Una lettera aperta a San valentino.
“Mi ero preso 3 mesi di tempo per decidere – ci dice Leonelli raggiunto telefonicamente – per valutare un ipotetico anno 2 di conduzione del Festival e alla fine ho deciso di rinunciare sia per ragioni lavorative, avendo deciso di dedicarmi molto al Teatro, e la conduzione del Festival mi avrebbe sottratto tante energie, sia per divergenze artistiche, di metodo e di contenuto, con la direzione di ISTESS (che organizza il Festival, ndr), non colmabili in alcun modo.”
“Divergenze artistiche e organizzative – precisa Leonelli – che non ci hanno consentito di poter portare avanti un discorso condiviso. Se ci sono punti di vista agli antipodi non si può lavorare serenamente, e non volendo scendere a compromessi, per onestà intellettuale ho deciso di rinunciare”.
Non senza rammarico, comunque, perché “I frutti che abbiamo raccolto quest’anno sono stati ottimi – ha aggiunto ancora l’ex direttore artistico di Popoli e Religioni – per quanto riguarda l’apertura a livello internazionale e la crescita umana e professionale del gruppo di giovani che ci ha supportato che è stato l’anima vera del Festival, decidendo di rinunciare, sentivo di abbandonarli. Per questo ho riflettuto tanto, per evitare una scelta presa molto a malincuore.”
IL POST DI RICCARDO LEONELLI
San Valentino ti scrivo,
così mi distraggo un po’.
Mi distraggo dall’orrore della guerra che mi riempie di brutti presagi, di compassione, di paura, di senso d’impotenza, di vergogna nei confronti di me stesso, che sono qui al caldo e al sicuro. Mi vergogno sì, anche a scriverti quello che sto per comunicarti. Eppure le devo aprire, queste mie porte interiori, e devo comunicarti una decisione che bene o male andava presa.
Mi rivolgo direttamente a te, Valentino, in quanto patrono e protettore di Terni, in quanto punto di riferimento etico, religioso, storico e folkloristico per la città intera, in quanto destinatario e involontario ideatore del festival StraValentino, da me fondato con altri preziosi collaboratori nel lontano 2009, e che provocò un enorme entusiasmo in noi (più) giovani idealisti di allora.
E proprio di festival ti volevo parlare sul tramonto di questo mese a te dedicato.
Tu sai bene che l’anno scorso ho accettato di dirigere il Terni Film Festival; l’ho fatto con gioia ed entusiasmo, sebbene avvertissi in controluce un senso di malcelata insofferenza.
Sai che la preparazione in tempi record mi ha quasi messo al tappeto.
Sai anche che i nove giorni del festival sono stati un’esperienza profonda e irripetibile.
Sai, infine, che avevo tutte le intenzioni di proseguire per due o tre anni (almeno) nel cammino intrapreso; difatti, sono stati raccolti un bel mucchio di frutti succosi per la nostra città.
I tuoi giovani… come hanno aperto il loro cuore nel corso di questa esperienza!
Quello che non sai è che, purtroppo, non ce la faccio proprio a continuare. Mi dimetto.
Lascio il posto a qualcuno più adatto, più disponibile, più in gamba di me, che non so più lottare contro i mulini a vento. E pensare che il primo ruolo drammatico che ho recitato in assoluto fu il Don Chisciotte. Avevo diciassette anni, allora. Oggi vado per i quarantadue.
Significherà qualcosa?
Ringrazio di cuore te, Stefania, Padre Giuseppe, l’Istess, l’associazione San Martino, Francesco, Padre Stefano, Ermanno, la Fondazione Carit, lo staff del festival, i miei collaboratori, i miei stagisti e ringrazio Arnaldo, che ha reso questo festival per me davvero unico.
Faccio un grande e sincero in bocca al lupo al nuovo vescovo monsignor Francesco Antonio, nonché al mio successore, che avrà l’onere e l’onore di portare avanti una macchina meravigliosamente complessa – specialmente in un contesto cinematografico sempre più fragile in rapporto allo strapotere dello streaming – ma con enormi potenzialità e un futuro tutto da reinventare. Il mio auspicio è che il Terni Film Festival prosegua nel suo percorso internazionale, iniziando ad occuparsi anche di tutta quella fetta di ottimi prodotti destinati alle piattaforme che, volenti o nolenti, sono considerabili a buon diritto cinema per via della loro straordinaria qualità. E non mi riferisco soltanto ai film ma anche alle serie tv. Prevedo, infine, un doveroso focus sulla situazione dell’Ucraina, vincitrice della XVII edizione del festival col profetico film Mother of Apostles, di cui abbraccio con forza i meravigliosi protagonisti.
Sono davvero grato per l’opportunità che ho avuto, ma ho bisogno di dedicarmi ad altro.
Ritengo che sia doveroso oltre che giusto, caro Valentino, non seguire soltanto i palpiti del cuore, ma anche ciò che ci suggeriscono la ragione, le necessità e – soprattutto – il bisogno di serenità interiore.