Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, un grande artista dalla vita burrascosa finita tragicamente, che apportò un profondo rinnovamento nella tecnica pittorica d’inizio ‘600, caratterizzata dal naturalismo dei soggetti, dall’ambientazione realistica e da quel fascinoso gioco di luci ed ombre. Sul mistero che ancora oggi avvolge la vita e l’opera di questo gigante dell’arte, il Gruppo Archeologico DLF di Terni ha voluto incentrare il primo incontro della propria stagione di conferenze. In una sala del Caffè Letterario della biblioteca comunale gremitissima, Paolo Chiatti brillante esperto di arte, nonché incomparabile guida turistica, insieme al travolgente e carismatico attore Stefano de Majo, hanno affrontato questo personaggio così sfuggente e controverso in una performance dal titolo “Divine veggenze, diaboliche visioni. Ombre di luci, luci di ombre. Esoterismo e segreti nell’arte di Caravaggio”, rileggendo alcune delle più note opere dell’artista in una chiave che rovescia completamente la concezione del ‘pittore maledetto’, alla luce di altri aspetti legati all’interpretazione esoterica o cristologica o alchemica.
“Unici non solo per la loro impareggiabile bellezza, afferma Maria Cristina Locci Responsabile Gruppo Archeologico, la maggior parte dei capolavori artistici più famosi di quest’artista trascinano con sé una tale carica di suggestione ed ambiguità da seguitare, dopo quattro secoli, a raccontarci la vera storia di un personaggio ormai entrato nella leggenda. Inseguito ogni giorno dallo spettro della propria morte, la esorcizzò sulla tela e visse dipingendo per travalicare il tempo e diventare immortale, conclude Locci, generando così quell’infinita meraviglia davanti alla quale non si può smarrire la capacità di stupirsi e restare incantati”.