Le librerie ternane che forniscono i libri di testo per le scuole elementari spiegano i motivi che le hanno indotte a chiedere una caparra alle famiglie. “Caparra – precisano – che verrà restituita quando il Comune di Terni avrà saldato le fatture.
Una condizione che si è resa necessaria per le difficoltà che anche le librerie hanno dovuto sopportare per il lockdown e per l’incertezza del futuro. L’alternativa – fanno sapere- era non garantire la fornitura.
Le librerie, peraltro, hanno dovuto subire un taglio dei crediti del 40% sulla fornitura dei libri 2017/2018 a causa del dissesto del Comune di Terni.
LA POSIZIONE DELLE LIBRERIE DI TERNI
- Le librerie hanno deciso, in piena autonomia, di chiedere al momento della prenotazione una caparra ai genitori proprio per continuare a fornire il servizio della fornitura dei libri per la Primaria, in seguito ai danni economici creati dal lockdown dovuto al Covid 19 e all’incertezza del prossimo futuro. L’alternativa è quella di non garantire alcuna fornitura.
- La caparra verrà restituita in denaro per l’intero importo o, a scelta del cliente, con un buono acquisto maggiorato del 10% al momento del pagamento delle fatture da parte del Comune di Terni.
- Anche i librai e i loro rappresentanti di categoria hanno degli ottimi legali che li seguono e che hanno loro indicato le procedure corrette e lecite per questa pratica commerciale. Si ricorda a titolo di esempio che questa pratica di fornitura dei libri è pacificamente e regolarmente in uso nei comuni di Roma Genova e Torino.
- Le librerie hanno chiesto ed ottenuto l’impegno del Comune di Terni per sveltire e agevolare il percorso delle cedole librarie, delle fatture e dei pagamenti delle stesse, al fine di permettere il rimborso della caparra il prima possibile, creando il minimo disagio alle famiglie.
- A proposito del tanto sbandierato rischio di impresa che, secondo taluni estemporanei economisti, le librerie stanno tentando di evitare facendolo ricadere sui genitori, si precisa che nel silenzio più assoluto dei media e nell’indifferenza di chi tanto si erge a paladino dei diritti altrui oggi, le librerie, nel mese di aprile 2020 si sono trovate costrette ad accettare il pagamento del 60% dei crediti relativi alla fornitura dei libri del 2017/18 a causa del dissesto del Comune, visto che non è stato riconosciuto il proprio credito come credito privilegiato. Quel 40%, che le librerie hanno ormai definitivamente perso, ha permesso a tanti bambini ternani, compresi i figli dei librai, di andare a scuola con i sussidiari nuovi e nessuno le ha ringraziate di aver affrontato coraggiosamente il rischio d’impresa!
- Le librerie ritengono inaccettabile il fatto di essere accusate di violare il diritto alla gratuità, che invece rimane garantito dall’impegno formale sottoscritto alla restituzione dell’intero importo. Né ritengono corretto pretendere che siano le librerie a farsi garanti di tale diritto obbligandole all’impegno anticipato di ingenti somme di denaro che nel migliore dei casi ritornano nelle casse delle librerie dopo qualche mese dal pagamento alle Case Editrici, esponendole a oggettive crisi di liquidità.
- I genitori sono stati invitati a recarsi nelle librerie per avere le dovute spiegazioni e chiarimenti, per poter poi decidere in piena libertà come e dove prenotare i libri, visto che tutta la città è a conoscenza del fatto che due librerie sono successivamente uscite dall’accordo, decidendo legittimamente di non chiedere la caparra. Il confronto civile e lo scambio di idee ha fatto si che nella stragrande maggioranza dei casi i genitori abbiano continuato a prenotare nelle librerie di fiducia accettando di dare la caparra.
- Ogni libreria in piena autonomia si è impegnata a fornire la massima collaborazione alle famiglie, comportandosi nella maniera il più elastica possibile.
Molti genitori stanno ricevendo eccentrici e controversi consigli sul comportamento da tenere in questa vicenda da parte di personaggi che poco sanno delle dinamiche della fornitura dei libri di testo per le elementari e che arrivano a consigliare di acquistare i libri online presso i colossi dell’evasione fiscale accettando di pagare, questa volta davvero, i libri in nome di una insana questione di principio.
I librai di Terni auspicano di aver fatto un minimo di chiarezza, esponendo le proprie ragioni nella speranza di aver rassicurato i diretti interessati circa le proprie buone intenzioni, sulla disponibilità al confronto e sulla serietà professionale.
La quasi totalità dei genitori ha dimostrato di aver compreso.
Per chi non vuol capire, per chi deve parlare tanto per parlare, per chi “non è per i soldi, ma è una questione di principio!” c’è solo la certezza di aver fornito loro un buon argomento di discussione durante gli apericena.