La crisi morde ancora. Secondo il rapporto realizzato dall’Osservatorio provinciale istituito in prefettura, infatti, nel secondo semestre 2016 l’economia ternana ha visto affievolirsi i segnali della moderata ripresa che si era manifestata nel 2015 e nella prima parte dell’anno successivo. Quasi tutti gli indicatori economici analizzati rispetto a vari ambiti di osservazione (imprese, commercio estero, lavoro, credito) mostrano un rallentamento dell’andamento crescente che aveva interrotto il prolungato periodo negativo degli anni precedenti. Negli ultimi due trimestri del 2016 , si legge nella pubblicazione, la consistenza delle imprese attive è rimasta stazionaria e tale andamento ha affievolito la ripresa della crescita delle unità imprenditoriali che si era manifestata nella prima metà dell’anno. Continua la flessione delle imprese nella manifattura e nelle costruzioni mentre i segnali di crescita si concentrano nel comparto dei servizi. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, prosegue il rapporto, il secondo semestre 2016 registra una diminuzione sia delle importazioni che delle esportazioni, invertendo la tendenza rilevata alla fine del 2015 e nella prima parte dell’anno. Nel corso del 2016 gli occupati sono diminuiti di oltre mille unità e le persone in cerca di occupazione sono scese di quasi duemila unità. Questi andamenti comportano una riduzione complessiva della partecipazione al mercato del lavoro ed un aumento degli inattivi. I dati sull’andamento del mercato del lavoro derivanti dall’indagine Istat trovano conferma in quelli di natura amministrativa – provenienti dalle comunicazioni obbligatorie – che indicano una diminuzione sia delle persone avviate al lavoro che delle trasformazioni dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Nel secondo semestre 2016 è inoltre aumentato l’utilizzo della cassa integrazione ordinaria, mentre è calato il ricorso sia a quella straordinaria che a quella in deroga. Per quanto riguarda il credito, il relativo mercato conferma i segnali di ripresa caratterizzati da un aumento dei prestiti bancari e riguardanti principalmente i prestiti alle famiglie. L’indice d’ingresso in sofferenza dei crediti bancari è rimasto sostanziale stabile; i protesti sono diminuiti sia come consistenza sia come valore. Indicazioni negative provengono anche dal settore turistico che nel secondo semestre del 2016 è stato caratterizzato da una forte flessione degli arrivi e delle presenze, sia dei clienti italiani che di quelli stranieri, subendo gli effetti negativi del terremoto che ha coinvolto il territorio appenninico nella seconda metà dell’anno.