“Apprendiamo con stupore la nota del solito assessore Melasecche per il rinnovo del Patto per Terni Sicura, quel patto contro il quale si scagliava da consigliere di minoranza a Terni. Lo stesso Melasecche che bollava come insufficiente quanto proponeva la Giunta regionale di centrosinistra all’epoca dell’approvazione del primo schema di collaborazione tra Regione, Prefettura, Comune e Provincia di Terni. Oggi lo stesso richiama invece la continuità di una strategia condivisa e consolidata negli anni.”
Lo scrivono in una nota il segretario comunale del Partito Democratico, Pierluigi Spinelli e Francesco Filipponi, capogruppo Pd a Palazzo Spada.
La replica dei due esponenti del Pd è a una nota diffusa in mattinata dall’assessore regionale Enrico Melasecche.
“Ci auguriamo – scrivono Spinelli e Filipponi – che le azioni previste di promozione del rispetto del decoro urbano, in aree urbane su cui insistono musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti siano reali e non di propaganda, in competizione con i suoi ex compagni di viaggio al Comune di Terni.
Il tema della sicurezza è stato infatti sollevato negli anni dalla Lega in modo strumentale e solo per trarne facili vantaggi elettorali. Le giunte di destra, comunale e regionale, non sapendo che fare, copiano da ‘quelli di prima’.
I recenti episodi legati a furti ed aggressioni spazzano via l’immagine di una città sicura.
Occorre affrontare il tema sicurezza in maniera seria e propositiva, applicando finalmente la legge regionale 13, in materia di promozione del sistema integrato di sicurezza urbana. Occorre ancora programmare risorse per gli strumenti che in passato hanno dimostrato di portare risultati tangibili: la videosorveglianza, il contrasto al degrado urbano, una pubblica illuminazione efficiente, e su Agenda Urbana.
Concludiamo augurandoci che le proposte e le azioni effettive della nostra parte politica bollate al tempo come inutili e oggi copiate, siano perseguite in modo serio e costruttivo, ricordando che si era invece partiti da una discussione surreale sulla necessità di mettere in campo l’esercito”.