Ieri sera, nel duomo di Terni si è celebrata la veglia di Pentecoste, presieduta dal vescovo Mons. Francesco Antonio Soddu.
La chiesa in uscita si muove al soffio dello Spirito del Signore Risorto per annunciare il vangelo e condividere la nostra gioia con tutti.
La veglia ha riunito i vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie e i fedeli, in segno di unione e di preghiera comune, perché la Pentecoste sia seme di accoglienza e fraternità, nell’unità tra diversità di carismi e doni a servizio della Chiesa.
Una preghiera corale in cui tutto il popolo di Dio si è riunito per invocare lo Spirito Santo sulla Diocesi, sulla città di Terni e sul mondo, perché i cristiani siano, in questo mondo di violenza e di guerra, portatori di riconciliazione e di pace in tutti i luoghi di vita, soprattutto nei paesi martoriati dai conflitti.
La veglia di Pentecoste è iniziata sul sul sagrato della Cattedrale con l’accensione e la benedizione del fuoco, segno di luce e di speranza; in processione i fedeli, con un lumino in mano sono entrati nella Cattedrale per partecipare alla liturgia.
Nel suo commento alla veglia Mons. Soddu ha ricordato che la veglia di Pentecoste “si ricollega alla madre di tutte le veglie, la veglia pasquale” dalla quale mutua i segni. “Mentre nella veglia pasquale dapprima si accende il fuoco e poi si accende il cero pasquale, nella veglia di Pentecoste dal cero pasquale viene acceso il fuoco perché quel fuoco significa appunto lo Spirito Santo. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra – ha aggiunto il vescovo – e il tempo della chiesa è scandito da queste invocazioni a Dio. Quella terra fatta di fragilità, di peccaminosità, chiamiamola così con il proprio nome, che confluisce nella costruzione della Torre di Babele che continua comunque nelle nostre comunità e nel mondo di oggi ogni qual volta ci si vuol costruire a prescindere da Dio. Stiamo bene attenti perché noi invece di costruire il momento del cenacolo, dove avvenne la Pentecoste, inconsapevolmente, stiamo costruendo e avverando nei nostri giorni ciò che accadde per la Torre di Babele che non è una fatto strettamente storico ma è un fatto altamente antropologico che riguarda trasversalmente tutta la storia dell’umanità”.
“Siate luce e fuoco d’amore per il mondo intero – ha detto il vescovo rivolto ai fedeli e agli uomini e alle donne della chiesa – luce che illumina, fuoco che riscalda un mondo contrassegnato dal buio del peccato e dal freddo degli egoismi”.