Un successo, un’esplosione di emozioni e di sapori, le TERRE DI NARNIA hanno incantato nella degustazione tutti i presenti sotto la Loggia degli Scolopi, che ha fatto da scenario alle eccellenze di questo territorio e alla presentazione del Progetto TERRE DI NARNIA nei giorni scorsi.
TERRE DI NARNIA vuole essere un progetto inclusivo di tutte le eccellenze del territorio, riducendo le distanze del turista, l’appassionato che decidere di vivere o rivivere l’esperienza enogastronomica e culturale di questo luogo.
Il progetto – sostiene in sintesi Gabriele Giovannini – passa attraverso la riscoperta di peculiarità scomparse, la conoscenza di tipicità artigianali e la voglia soprattutto, di non fermarsi alle eccellenze, ma di costruirne di nuove. Per far questo, il nostro shop on-line vuol fare utilizzo intelligente del web per costruire un sistema integrato che coinvolga players della filiera produttiva, commerciale e distributiva.
Il digitale è ormai una dimensione essenziale della vita di ognuno di noi: ha ribaltato le nostre priorità e trasferito online gran parte delle nostre abitudini, continua il Dr. Umberto Paparelli nelle sue conclusioni. La personalizzazione è una filosofia di business oggi indispensabile per distinguersi dai competitor e adattarsi alle esigenze dei consumatori. Le persone vogliono soluzioni tailor-made (su misura) e un’esperienza di acquisto.
TERRE DI NARNIA intende valorizzare le risorse locali, catalizzando l’attenzione di una fetta di pubblico sempre più larga, che si rivolge alle scoperte di peculiarità turistiche, artigianali ed enogastronomiche dei piccoli borghi, cassa di risonanza perfetta per amplificare la portata di ogni azione, pensiero e atteggiamento.
Nella conferenza, Eleonora Mancini del Centro Studi Storici di Narni, ha evidenziato il legame esistente tra i prodotti, che sono figli di saperi e tradizioni e le persone che li realizzano, ogni volta, rinnovano il legame tra loro e il territorio dove agiscono e lo interpretano. Dai territori etruschi, da quelli narnesi ed amerini si riforniva quotidianamente la mensa di Roma; anche il laterizio delle fabbriche narnesi tra il I e il IV secolo d.c. declinato in molteplici possibilità, dalla ceramica da mensa a quella da cottura, serviva anche per il trasporto e la conservazione dei vari prodotti come granaglie, vino, olio, olive, frutta secca. La navigabilità del Nera torna ad essere menzionata nel febbraio del 1283 quando i magistrati narnesi conclusero un accordo con il castello di Magliano Sabina per l’utilizzo del suo porto affinché le derrate alimentari e manufatti locali potessero essere venduti sulla piazza romana. E’ dalle fonti statutarie della fine del XIV secolo, in un momento in cui il governo cittadino è impegnato a contrastare gli effetti deleteri della pestilenza che si apprendono, leggendo in “negativo” lo statuto quello che abitualmente veniva esportato: granaglie, vino, olio, carne, pesce, verdure, e altre categorie di beni come paglia, cera per le candele, legna per il riscaldamento e ancora materiali da costruzione. Il Nera non è un fiume ma un’idea che ha formato la cultura del luogo.
E il paesaggio è un serbatoio di storia e conoscenza, afferma Maurizio Mazzocchi, espressione di una parte della natura in cui l’uomo è intervenuto per creare il suo spazio e definirlo secondo la sua particolare cultura e le sue tradizioni. E’ il risultato di un processo di lavoro creativo ed artistico ed è quindi fonte di sentimenti e profonde sensazioni. E’ cosi che conclude Mazzocchi il progetto TERRE DI NARNIA affermando nel suo intervento, che il paesaggio attuale è frutto delle azioni del passato, è una risorsa, un patrimonio tramandato che bisogna conoscere, proteggere e saper tramandare al meglio nel futuro.