La regione dell’Umbria avvia un vero e proprio laboratorio della ricostruzione post-terremoto.
A lanciare l’idea è stato Stefano Boeri, illustre architetto, nonché consulente speciale per l’Urbanistica e la qualità architettonica del Commissario Straordinario per la ricostruzione sisma 2016, proponendo un progetto che punta a creare una cultura post-terremoto utile a guidare la ricostruzione avendo come obiettivo la qualità urbanistica e architettonica omogenea dei territori colpiti da un sisma dalle caratteristiche decisamente inedite.
La Regione Umbria ha quindi organizzato 2 giornate nelle città di Spoleto e Norcia, luoghi prescelti per ospitare una serie di incontri, il 30 giugno e l’1 luglio, con la partecipazione dell’Ordine degli architetti e delle Scuole di Formazione.
L’occasione è stata scelta anche per l’inaugurazione ufficiale del Centro polifunzionale di Norcia.
Nel corso delle giornate, oltre ai sopralluoghi nei posti colpiti dal sisma a Norcia, si discuterà sulla ricostruzione e si attiveranno gruppi di lavoro e tavoli tematici per ragionare anche sulla metodologia della ricostruzione oggi, che impone un cambio di passo e, dal “dove era, com’era”, concetto proprio della ricostruzione post terremoto degli anni settanta, aprire un dibattito sulla qualità architettonica e sulla necessità di una nuova cultura dell’uso dei materiali da impiegare in futuro. Il tutto con il contributo di esperti tra cui Francis Kéré, architetto dalla fama internazionale.
– “Già nel mese di aprile la Regione Umbria si è fatta carico di promuovere un dibattito su questo tema al Fuorisalone di Milano con la partecipazione del Commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani e lo stesso architetto Boeri – ha ricordato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a commento dell’iniziativa. La riflessione – prosegue Marini – muove dalla constatazione che, superata la fase dell’emergenza, il passo successivo sia quello di coniugare il tema della continuità della vita sociale ed economica di queste aree, con quello specifico della ricostruzione che dovrà essere fortemente partecipata, in sicurezza e legalità, e che dovrà sì recuperare il passato, ma soprattutto programmare il futuro”.
“Siamo convinti – ha aggiunto la presidente – che la ricostruzione possa costituire una irripetibile opportunità per un nuovo modello di sviluppo di un’area interna come quella della Valnerina.
Gli interventi che si andranno a realizzare da qui ai prossimi anni – ha concluso la Presidente Marini – hanno la peculiarità di collocarsi nel cuore di aree interne di una regione a sua volta interna. Di conseguenza, l’opera di ricostruzione dovrà essere accompagnata da una visione che abbia un orizzonte molto ampio, con una grande attenzione soprattutto ai temi della coesione sociale. Il laboratorio per la ricostruzione, con il contributo di tutti gli attori pubblici e privati che saranno protagonisti di questa ricostruzione-rinascita dovrà servire proprio a questo, anche per favorire tale processo, nonché garantire l’utilizzo oculato e fruttuoso delle consistenti risorse che saranno investite in queste aree”.
Fra gli ospiti del “laboratorio”, gli architetti: Stefano Boeri, Francis Kéré,