“Nei prossimi giorni assumeremo le più idonee iniziative, in raccordo con le altre Regioni interessate, per porre fine a questa situazione che non esito a definire paradossale, soprattutto per un’infrastruttura come la Ferrovia Centrale Umbra che dispone di standard di sicurezza più che accettabili, di gran lunga superiori alla maggioranza delle reti regionali non interconnesse”. E’ quanto afferma l’assessore regionale ai Trasporti, Giuseppe Chianella, alla notizia dell’ulteriore abbassamento dei limiti di velocità sulla rete ferroviaria regionale imposti dall’Ansf (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie), con una nota inviata a tutti i gestori.
Nell’esprimere “sorpresa e disappunto” Chianella ha evidenziato che “l’improvvisa decisione dell’Ansf riapre una questione che crea disagi agli utenti del servizio e ciò dopo il buon lavoro compiuto in queste settimane in stretto raccordo con l’agenzia stessa e il MIT. Un lavoro che aveva portato all’adozione di specifiche misure per migliorare la sicurezza dell’infrastruttura da parte di tutti i gestori italiani. Faccio molta fatica – ha sottolineato l’assessore – a capire la necessità di assoggettare la nostra regione a norme così rigide, concepite per rendere possibile l’interoperabilità delle reti ferroviarie e per creare uno spazio ferroviario europeo unico. Ricordo che il D.lgs 112/2015 aveva stabilito che “alle reti ferroviarie locali e regionali isolate adibite al trasporto passeggeri ed alle imprese ferroviarie che esercitano unicamente servizi di trasporto urbano, extraurbano o regionale” non si dovessero applicare norme così rigide concepite per l’alta velocità e che passano o arrivano in un nodo della rete ferroviaria nazionale, nel nostro caso il collegamento alla stazione di Terni e il transito per quella di Ponte San Giovanni”.
“Si tratta di una scelta incomprensibile e fortemente pregiudizievole per il trasporto ferroviario – ha concluso Chianella – che poteva e doveva essere evitata e di cui la Regione, Umbria Mobilità e Busitalia, non hanno alcuna responsabilitá”.