Il ministro Stefano Patuanelli ha infine parlato dai banchi del Governo, in Senato: doveva rispondere alla interrogazione dei senatori ternani Stefano Lucidi e Valeria Alessandrini sulla Treofan che ha chiuso i battenti. Ha portato la sua solidarietà ai lavoratori; ha promesso che saranno messe in atto tutte le forme di ristoro nei loro confronti; ha detto che la fabbrica ternana deve essere scorporata dalla multinazionale Jindal ma non ha detto, perchè non c’è, nessun nome di azienda interessata a quel complesso, che era quello che si aspettavano tutti. E non sembra nemmeno che il Ministero abbia interesse a cercarla. Eppure un qualche vocio si era acceso nei confronti di una società laziale, la prima concorrente italiana di Treofan. Chissà se i rumors sono reali oppure è la forza di disperazione ad attivarli. Insomma, da quei banchi prestigiosi nessuna novità importante. E nemmeno dalla Regione, che non ha nemmeno attivato il suo braccio operativo, la Sviluppumbria o chi altro, per fare scouting di aziende, guardare con attenzione anche a soggetti diversi, come il colosso delle cooperative, che potrebbe chiudere il suo cerchio con una produzione come quella di Treofan. Il momento non è facile, lo sanno tutti, ma nelle difficoltà a volte si celano pure delle iniziative se però c’è qualcuno che voglia cavalcare la questione.
A dire la verità il Ministro una cosa interessante l’ha detta: “Il Governo deve prevedere azioni di sostegno in situazioni come quelle della Treofan”. Che tradotto, forse, significa, che proprio il Governo dovrebbe governarle direttamente con una sua azienda una volta che venga ritenuta fondamentale per l’economia italiana. Però sono state solo parole, per adesso. L’economia ternana vede con terrore svanire in maniera sempre più veloce i suoi cinquecento posti di lavoro rappresentati dalla Treofan e dall’indotto.