Netflix ha rilasciato lo scorso 13 maggio una serie tv drammatica, svizzera, “Neumatt”, molto bella. Il ritratto di una famiglia lacerata da tensioni nascoste che sono esplose quando Kurt, il capofamiglia, travolto dai debiti, si è impiccato. Era il proprietario di una fattoria, grande ma gestita tradizionalmente, che era sotto ipoteca e che non stava più al passo coi tempi. La famiglia va in crisi e si divide fra chi vuole proseguire l’attività e chi vuole venderla per sistemare la situazione e sistemarsi. La più convinta a vendere è Sarah mentre il fratello maggiore Michi è combattuto fra ciò che gli dice il cuore (rilanciare l’azienda con il fratello più piccolo Lorenz, come gli ha lasciato scritto di fare il padre) e quello che gli dice la testa (realizzare il massimo guadagno dalla vendita). Lui, fra l’altro, è consulente finanziario e ha tutta un’altra vita a Zurigo dove si è trasferito dalla campagna. E’ gay, e in paese e in famiglia non lo sanno, e il suo ritorno provocherà ulteriori conseguenze. Katharina, la mamma, è stufa della vita in campagna, è stufa di dedicare tutta se stessa alla famiglia e alle mucche, ha bisogno di libertà. Ricorda vagamente la Francesca Johnson de “I ponti di Madison di County”, di Meryl Streep (anche nell’aspetto).
Infine c’è la matriarca Trudi che mai e poi mai lascerebbe la fattoria.
Impossibile mettere d’accordo tutti quanti, le loro esigenze, i loro sogni. Toccherà quindi a Michi prendere in mano definitivamente la situazione operando una scelta coraggiosa che segnerà la sua vita e quella degli altri componenti la famiglia.
Michi è interpretato da Julian Koechlin, bravissimo in un ruolo molto impegnativo.
Sullo sfondo della dinamica famigliare le regole crudeli della finanza e le battaglie degli agricoltori a difesa del proprio lavoro.
Da vedere. Sono 8 episodi della durata di 48 minuti.