Cosa succederebbe se non ci fosse l’approvazione di un piano di riequilibrio finanziario e si dovesse andare al commissariamento del Comune di Terni? La domanda se l’è posta la Uil e la risposta non è affatto positiva, soprattutto per i cittadini ed i lavoratori, le conseguenze, infatti, andrebbero a pesare su una città già duramente provata. Ricadute economiche che non hanno nulla a che fare con la politica. Le conseguenze immediate di un dissesto finanziario sono state elaborate in una simulazione presentata dal segretario Gino Venturi. Ci sarebbe matematicamente e per cinque anni l’aumento di Tasi ed Imu, quest’ultima soprattutto relativamente a redditi da terreni e fabbricati, con un prelievo ai ternani di di oltre 16.800.000 euro. Inoltre sarebbe obbligatorio rideterminare le dotazioni organiche della pubblica amministrazione con possibili esuberi, licenziamenti ed il divieto di assunzioni. Ciò comporterebbe meno servizi per i cittadini e di qualità peggiore. In questi giorni si stanno rinnovando i contratti nazionali, dopo 8 anni di blocco dei contratti pubblici, ma ai dipendenti comunali di Terni sarebbe precluso il diritto all’applicazione del contratto. Non solo, gli stessi dipendenti sarebbero esclusi anche dal diritto di carriera mediante concorsi, da poco riammesso nel pubblico impiego dalla legge Madia. Per non parlare, poi, del taglio dello stipendio, in media, per ciascun dipendente del Comune ipotizzabile nei cinque anni di 12.500 euro. Insomma, il dissesto del Comune di Terni, afferma Gino Venturi, comporterebbe enormi danni ai cittadini, alla città e ai lavoratori. Da qui l’invito della Uil ai politici di maggioranza e minoranza, agli organi di controllo, alle forze sociali, ad uno sforzo corale ponendo al centro la persona. Anche perché 30 lavoratrici, maestre supplenti, che lavoravano con il Comune da 13 anni, hanno già perso il loro lavoro. Dall’oggi al domani sono state lasciate a casa a causa della non approvazione del piano di riequilibrio, per il quale l’ente non ha più potuto rinnovare i loro contratti annuali o di supplenza. La Uil, quindi, sollecita tutti ad uno sforzo corale per evitare il dissesto.