“Per chi è abituato ad improvvisare tutto, sembra possibile anche indossare “i panni” del giurista, ovviamente improvvisato. E così, l’assessore-giurista con delega regionale ai trasporti travisa il contenuto del giudizio e della sentenza sul caso Umbria TPL Mobilità, di cui evidentemente non ha letto neppure il contenuto e di cui non riesce a coglierne neppure il significato, che è politico. Proprio così: politico”.
E’ quanto dichiara in una nota la Capogruppo PD in Regione Simona Meloni.
“La Sezione Regionale della Corte dei conti e poi la Centrale di Appello hanno emesso sentenze assolutorie con cui riconoscono il buon operato degli amministratori nell’attività di risanamento della società del Trasporto Pubblico Locale dell’Umbria, spogliandosi tuttavia della giurisdizione. Infatti, non tutto è sottoponibile al giudizio delle Corti: ad esempio, le scelte politiche non lo sono. In base a questo raffinato ragionamento, che è alla base delle democrazie moderne, un amministratore non può essere chiamato a rispondere delle sue scelte di risanamento di un’azienda pubblica, ma solo di quelle che risultano irrazionali, non giustificabili e comunque dannose. Lo dovrebbe sapere bene anche l’Assessore Melasecche dato il suo ruolo di storico amministratore pubblico.
Per fornire elementi di verità ed evitare una disinformazione propagandistica, piuttosto che ad interpretazioni improvvisate – precisa la Capogruppo Dem – ci affidiamo alle parole della Corte di cassazione che ha definito le scelte degli amministratori “dotate di giustificazione palesata nell’esigenza di non interrompere il servizio TPL” (come si legge a pagina 23 della sentenza della Cassazione) mentre il Giudice umbro aveva già riconosciuto come esse “contribuirono alla prosecuzione di un servizio essenziale quale quello del trasporto locale, attraverso il quale trovano attuazione fondamentali diritti (alla libertà di circolazione, alla mobilità, alla salute e via dicendo), tutelati sia dalla Carta costituzionale che dall’Ordinamento europeo (cfr., a tale ultimo riguardo, gli artt. 14 e 106 del TFUE) (cosi come riportato a pagina 66 della sentenza della Corte dei conti umbra).
Ci rendiamo conto che sono parole forti che richiamano concetti alti, ovvero quelli della Politica con l’iniziale maiuscola, sottolinea la Consigliera Meloni, ma aldilà di queste uscite estemporanee e strumentali, rese nonostante ben tre sentenze definitive, ci domandiamo dove sia piuttosto la politica dell’assessore Melasecche e della Giunta Tesei. Un’amministrazione che sembra avere sempre lo sguardo rivolto verso il passato e condanna gli umbri a non avere un futuro.
A quasi tre anni dal suo insediamento – ricorda – l’Assessore regionale Melasecche gira per cantieri che sono stati aperti dalla precedente amministrazione (Ponte San Giovanni S.Anna), continua a dare attuazione al Piano regionale trasporti approvato nel 2014, non ha proposto né approvato nessuna nuova legge regionale in materia di TPL, non è riuscito a far aprire nessun cantiere neppure di mezzo metro della FCU Perugia-Terni. Per il PNRR ha tirato fuori la programmazione delle opere pubbliche delle amministrazioni di centrosinistra (per fortuna), si vanta dell’Agenzia regionale che era interamente definita dalla precedente legge regionale e non è riuscito a trasferirle neppure tutti i contratti; il Nodo di Perugia lasciato in sospeso e addirittura sembra gradire poco la principale azienda del Paese, quale Ferrovie dello Stato, magari per favorire qualche “privatizzazione” strisciante del settore trasporti in Umbria. In tutta questa ammuina, non trova il tempo di riceve né sindacati e né lavoratori, ma per scrivere profluvi senza senso, il tempo lo trova, eccome.
Ma quali sono le idee innovative e concrete in materia di trasporti, ci domandiamo. E poi l’Assessore Melasecche, che pare essere irrefrenabile ma solo a parole – conclude Meloni – parla o meglio, straparla, a titolo individuale, oppure a nome della Giunta regionale e di una Presidente di Regione che, per altro, è pure un’avvocato?”