La Regione Umbria tiene alta sul territorio la sorveglianza sugli insetti, uccelli e equidi che, potenzialmente, potrebbero essere serbatoi del West Nile virus (virus del Nilo Occidentale): lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, spiegando che “come disposto dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020 – 2025, l’Umbria, come le altre Regioni italiane, ha elaborato un Piano regionale di Sorveglianza e risposta ai virus West Nile (WNV) e Usutu (USUV), in particolare, in considerazione della positività riscontrata in un uccello selvatico nella provincia di Perugia”.
Il Piano quindi, prevede la sorveglianza su uccelli stanziali delle specie bersaglio, sorveglianza entomologica su uccelli selvatici rinvenuti morti, nonché sorveglianza clinica negli equidi.
Allo stato attuale in Umbria sono stati confermati due casi di positività al virus Usutu in pool di zanzare Culex pipiens, nell’eugubino e nel narnese, di conseguenza, sono state attivate tutte le misure previste dalla normativa e da parte dei Servizi sanitari locali competenti sono state fornite tutte le indicazioni su come rafforzare i controlli sull’ordinanza comunale e valutare un’eventuale disinfestazione dell’area.
Infine, si evidenzia che in relazione all’abbassamento del livello idrometrico del Lago Trasimeno e alla specifica richiesta da parte dei Servizi Sanitari locali, la Regione ha disposto interventi di prevenzione per il controllo della diffusione di WNV erogando un contributo per l’acquisto di prodotti specifici avvalendosi della disponibilità di mezzi idonei e di personale qualificato del dipartimento di prevenzione dell’Azienda Usl Umbria 1.
L’Istituto Superiore di Sanità ricorda che la prevenzione dell’infezione da virus del Nilo occidentale “consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente: usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; usando delle zanzariere alle finestre; svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante; cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali; tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate”.
In particolare la trasmissione del virus del Nilo Occidentale nell’uomo, al 19 luglio, è stata confermata in 15 casi in tutta Italia dei quali 4 si sono rivelati mortali.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo.
I SINTOMI
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.