“Il terreno della carità non ha bisogno di riposo, più viene coltivato e più produce frutti. ”
Lo ha detto il vescovo di Terni-Narni-Amelia, padre Giuseppe Piemontese, intervenendo alla conferenza stampa di fine anno della Caritas e della Associazione San Martino.
“Vorrei sottolineare la parola educare – ha aggiunto Mons. Piemontese – educare alla umanità che si sta perdendo, alla solidarietà, alla autonomia e alla responsabilità. Le emergenze vanno affrontate senza tante discussioni , senza tante riflessioni ma poi occorre anche educare le persone alla dignità, a non venire più qui ma non perché non vogliamo vederli bensì perché hanno raggiunto una condizione diversa di sussistenza. Educare e allargare la cura delle diverse povertà che è anche povertà sociale, povertà culturale, che è in crescita nelle nostre comunità. Ci sono dei meccanismi non proprio positivi che nella nostra società si stanno sviluppando, ieri sera è stata approvata la manovra economico-finanziaria del governo , un bilancio fatto soprattutto di sussidi, di bonus, ogni partito ha preteso la sua fetta di sussidi per i propri elettori. Forse oggi è necessario che questo avvenga – ha precisato Mons. Piemontese – perché la situazione della pandemia è veramente difficile e complicata ma non può essere questa la direzione perché spinge alla pigrizia e all’accontentarsi di quello che si riceve. Ripeto, non che non siano necessari il reddito di cittadinanza, il reddito di povertà ma il rischio è, soprattutto per i giovani, che si accontentino di questo e smettano di studiare, smettano di crescere culturalmente e di affrontare le sfide e la fatica della vita. Credo che compito della Chiesa e della Caritas sia quello di svegliare quelle forze sane che sono presenti nel cuore di tutti , quel sano orgoglio della crescita culturale, spirituale ma anche economica. Come farlo, questa è la sfida che bisogna provare. Altrimenti dovremmo allargare sempre di più la mensa perché tanto poi le persone aumenteranno sempre di più anche senza reali necessità o bisogno”.
Prima del vescovo erano intervenuti il Presidente della Associazione San Martino Francesco Venturini e il direttore della Caritas, padre Stefano Tondelli.
Venturini ha fatto il bilancio di un anno di attività della San Martino non senza ricordare che a febbraio 2022 saranno 25 gli anni di attività dell’associazione che festeggerà dunque il suo giubileo.
Le persone che si sono rivolte ai servizi della San Martino sono state 4.193 (+120 rispetto al 2020).
Alla mensa San Valentino sono stati 25.500 i pasti consumati ai tavoli e consegnati.
In occasione delle feste natalizie sono stati distribuiti 50 cesti natalizi, 50 confezioni per l’igiene e mascherine, 98 confezioni di dolciumi.
– Sono stati distribuiti 24.706 pezzi di prodotti alimentari tramite il servizio dell’emporio della Solidarietà a Terni e in quello di Amelia, gestito dalla Parrocchia San Francesco. Un po’ meno rispetto allo scorso anno ma con una qualità maggiore. Sono stati distribuiti, per la prima volta, prodotti freschi.
– Sono stati distribuiti 15.448 capi di vestiario presso l’emporio della Solidarietà di Terni
– 52 persone hanno usufruito del servizio doccia al centro Caritas di via Vollusiano a Terni
– Sono stati effettuati 17 colloqui al Centro di Ascolto nel carcere di Terni, che ha consegnato a 107 detenuti 1.708 beni di prima necessità
– Sono stati accolti 321 immigrati, di cui 206 richiedenti asilo
– Nell’ambito del progetto “Free life Fuori dal Rischio Emarginazione ed Esclusione” sono state accolte 9 persone vittime di tratta di cui 5 donne per sfruttamento sessuale e 4 uomini per sfruttamento lavorativo.
– Con il progetto Adme Terni (Accoglienza Donne e Minori in Emergenza) sono state accolte 11 persone maltrattate (5 donne con 6 minori), il cui ente attuatore è il Comune di Terni per garantire la tutela e messa in protezione
– Sono state 203 le persone che hanno usufruito del contributo 8×1000 della carità (gestito direttamente dalla Caritas) con n.285 interventi consistiti in:
189 contributi per il pagamento delle utenze
53 contributi per il pagamento degli affitti
43 contributi per interventi vari
– Sono state accolte a casa Parrabbi 22 persone, di cui 8 italiani e 14 stranieri
– Sono stati attivati 14 tirocini formativi con il Progetto Formati e Avviati al lavoro a fronte di 117 richieste ricevute.
Sono state selezionate 134 persone, di cui 24 hanno già ottenuto un BUL nell’ambito dell’Avviso “RE-WORK– Buono Umbro per il Lavoro e accesso alla Rete dei servizi per l’inserimento lavorativo in Umbria”.
Poi è intervenuto padre Stefano: “Una speranza da alimentare – ha titolato la sua relazione – e un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, come sottotitolo. Perché diciamo questo? Perché se analizziamo i dati degli ultimi 3 anni dell’emporio della solidarietà ci accorgiamo che nel 2019 erano 88 i nuclei famigliari seguiti. Nel 2020, l’anno della pandemia, i nuclei seguiti schizzano a 302. Nel 2021 all’emporio sono stati seguiti 202 nuclei famigliari, 114 in più rispetto alla pre- pandemia ma anche 100 in meno rispetto all’anno scorso.
Una buona notizia è che circa il 40% dei nuclei che nel 2020 si erano rivolti alla Caritas sono riusciti ad uscire dall’emergenza – spiega padre Stefano Tondelli. Una cattiva notizia invece è che circa il 60% delle persone che si sono rivolte alla Caritas durante l’emergenza del 2020, hanno continuato ad essere in difficoltà anche nel 2021. Significa che non siamo ancora fuori dalla crisi e soprattutto che c’è il rischio della cronicizzazione, cioè persone che non riusciranno più a uscire dalla crisi.
Nel periodo dell’emergenza si sono rivolte alla Caritas e all’emporio categorie che non si erano mai affacciate prima e che si sono riprese e non sono più venute. Ecco spiegati i numeri. Alcune categorie – ha aggiuto padre Stefano – si sono rivolte alla Caritas proprio nel momento più difficile, in prevalenza famiglie numerose con diversi minori, sia italiane che straniere, persone che non hanno potuto più svolgere la loro attività lavorative: ora alcune di quelle categorie ce l’hanno fatta a riprendersi, mentre molti altri non ancora. Siamo ancora ben lontani dalla normalità”.