Un grande rigore storiografico abbinato ad una profonda passione per la storia della propria terra. Sono questi gli elementi distintivi nei lavori di Noemi Grilli, giovane e brillante archivista che, a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del suo “De Castro Porani. Storia di Porano dalle origini al Novecento“, torna in libreria per Intermedia Edizioni con “Castel Rubello. Storia e statuto“.
Ripercorrere le vicende del suggestivo maniero che sorge alle porte di Porano consente al lettore di tornare indietro nei secoli, nel pieno delle turbolente contese che contraddistinsero il Medioevo orvietano, dilaniato da lotte spesso feroci per giungere fino all’epoca rinascimentale. Già nel 1300, Castel Rubello, la cui etimologia è probabilmente da intendersi come “castello dei ribelli”, ricopriva un’importanza significativa nelle vicende politiche del territorio orvietano, soprattutto negli scontri tra i ghibellini Filippeschi e i guelfi Monaldeschi prima, tra muffati o beffati (che spalleggiavano l’antipapa) e melcorini o malcorini (dominanti a Orvieto e fedeli al papa) poi.
Il traguardo di una pace, anche se solo transitoria, venne raggiunto il 23 aprile 1386, quando Porano e Castel Rubello divennero feudi di Corrado e Luca Monaldeschi della Cervara, di parte muffata. La volontà di arginare i dissidi fu evidente già nel 1395, quando il conte di Corbara, Francesco Montemarte, capo della fazione melcorina di Orvieto, cercò di concordare una pace con i Monaldeschi. Il primo incontro, terminato in un nulla di fatto, si svolse in località Botto; in seguito le trattative si spostarono a Castel Rubello, dove venne sottoscritto un patto. Le vicende del castello giungono fino al 1500, costituendo una narrazione di grande interesse per la storia locale di quel lungo periodo.