Un festival della cultura in carcere in memoria di un detenuto, Giovanni Solinas, che si è tolto la vita lo scorso anno, nel carcere di Terni.
Lo hanno fortunatamente voluto i “condannati al volontariato” che operano nell’istituto i quali sono riusciti a organizzarlo grazie alla collaborazione del personale della casa circondariale e del CESVOL.
“Anche perché avevamo chiesto dei fondi regionali che non sono stati concessi e quindi tutto questo progetto è a titolo gratuito” ed è stato portato avanti grazie al contributo di 25 volontari ” che sono stati formati attraverso un corso che è durato da ottobre a gennaio, perché in queste cose non ci si improvvisa mai” , sottolinea Francesca Capitani che è attiva come volontaria nel carcere di Terni da 11 anni.
12 i laboratori che sono stati allestiti: dalla poesia alla pedagogia teatrale, alla filosofia ma ci sono anche un laboratorio sulla conoscenza del territorio e sul ruolo del genitore in rapporto con i figli.
Il progetto terminerà il 29 luglio, la data in cui, nel 2015, Giovanni Soloinas si è tolto la vita.
“Giovanni è il simbolo di tutta la sofferenza che c’è dietro la detenzione” afferma Francesca Capitani, “era una persona timida, molto introversa, doveva scontare 8 anni e pensava di non stare bene, la sua fragilità è stata decisiva nel suo percorso di vita, ci auguriamo che sia l’ultimo che prende questa decisione”.