Non c’è stata una vera informazione: e sempre più arrivano lamentele di cittadini che si sentono preoccupati nel vedere “uscire” dalle ambulanze del pronto soccorso, un’infermiera ma quasi mai un medico. Un procedimento che può starci, è diventata una prassi, presi dalla frenesia, e la necessità, del risparmio. La “formazione ridotta”, autista ed infermiere, nel ternano e in Umbria, viene interessata solo per seguire i codici bianchi e verdi (quelli bianchi ci vanno da soli all’ospedale). Ma chi lo decide? Per telefono, dalla centrale di smistamento: lì un’operatrice deve capire al volo la gravità della situazione ed agire di conseguenza. Quando la pattuglia arriva sul posto, poi, è facoltà dell’infermiera, valutata la situazione, chiamare o meno, un medico a sostegno. Una ristrutturazione epocale anche perché ormai sembra non sia possibile fare altrimenti. Ma la paura è che oltre al codice verde, la “pattuglia ridotta” del 118 potrebbe interessarsi, tra poco, anche dei codici rossi.
Il risparmio, va bene, ma c’è anche un problema precipuo che è solo dell’Umbria perché i medici del 118 in questa Regione non ci rimangono: erano 35 un anno fa ed ora sono diventati 25, attratti dalle condizioni migliori, proposte da altre Asl italiane. E poi la maggioranza di loro non sono dirigenti medici ma in convenzione, il che significa che guadagnano meno ed hanno meno certezze, meno incentivi, e fanno riferimento ad un accordo regionale fermo al 2002, di venti anni fa. Sembra una situazione necessaria ma tutto questo sta creando più problemi di quanti ne risolve: l’infermiera non procede ad una “scrematura” dei pazienti e si limita a portarlo proprio ai pronto soccorso, sempre più ingolfati. Un medico invece avrebbe la possibilità di tenere a casa il paziente, se del caso.
Una situazione che lascia perplessi quelli della Cgil. Sergio Saleppico: “Non dobbiamo arretrare sulla qualità del servizio e, anzi, dobbiamo andare avanti. In questo territorio il 118 ha bisogno di una riorganizzazione come quella da noi proposta e cioè il posizionamento di due ambulanze a Fornole, luogo baricentrico, per poter servire l’intero territorio. Sino ad ora, però, non abbiamo avuto alcuna risposta”.