“L’Università a Terni sta vivendo un momento drammatico. Lo diciamo da mesi circondati da un fragoroso silenzio. Ma ora, davvero, non c’è più tempo da perdere.”
L’Associazione culturale per Terni città universitaria sottolinea ancora una volta la gravissima situazione in cui versa il polo ternano.Secondo l’associazione sono “sull’orlo del baratro il futuro dei corsi di laurea in Economia, Ingegneria, a Terni, e quelli narnesi di Scienze delle Investigazioni, tutti a rischio chiusura.”
“Il Consorzio universitario – secondo ACTCU – non dispone più delle risorse necessarie per stipendiare i ricercatori e quindi mantenere intatti i tre corsi di laurea. La cifra che occorre si aggira intorno a 520.000 euro.L’esperienza dell’Università a Terni rischia di tornare a rivivere quanto accaduto anni fa per Scienze Politiche, quando gli studenti iscritti al corso ternano si sono ritrovati, dall’oggi al domani, senza più sede, costretti a sostenere gli esami a Perugia, con tutto il relativo trasferimento dei loro documenti nel capoluogo umbro. Molti laureandi affermano che alcuni esami non sono stati loro convalidati. Motivo per cui gran parte degli studenti si sono laureati più tardi del dovuto (andando inevitabilmente fuori corso).”
“Ad aggravare ancor più la situazione dell’Università a Terni – secondo ACTCU – è il calo degli iscritti. Come già ricordato , nell’anno accademico 2015-2016 si è registrato un crollo del 17% frutto anche della situazione di estrema incertezza che si vive in questo momento.”
L’Associazione culturale Per Terni Città Universitaria giudica “ormai improcrastinabile l’intervento urgente della Presidente della Regione, Catiuscia Marini, titolare della delega all’Università.Nonostante quanto finora denunciato già prima di Natale, sulla questione si è registrato soltanto un silenzio assordante da parte della Presidente stessa.”
“L’atto d’indirizzo deliberato dal Consiglio comunale – sottolinea ancora ACTCU – che impegna il Sindaco e Giunta a creare una fondazione per il Polo universitario entro il 31 maggio, non ha ancora prodotto risultati e la scadenza è dietro l’angolo. Il Sindaco di Terni – anche in qualità di Presidente del Consorzio universitario – è chiamato a compiere passi decisivi per non disattendere l’atto d’indirizzo e per dare un futuro all’esperienza universitaria ternana. Gli stessi consiglieri comunali – di maggioranza innanzitutto, ma anche di minoranza – sono chiamati a compiere atti concreti, ormai improcrastinabili.”
“In un quadro così allarmante – conclude ACTCU – non va sottaciuto un altro rischio che si affaccia all’orizzonte con la possibile soppressione del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a Terni.Se, infatti, in Umbria si costituisse un’unica Azienda Universitaria Ospedaliera– come già si sta ipotizzando – tutti gli studenti iscritti al Corso di Medicina e Chirurgia potrebbero essere costretti a trasferirsi a Perugia per seguire le lezioni e per sostenere gli esami, oppure, in alternativa, abbandonare il corso.”
Ai rilievi mossi dall’ssocizione per Terni città universitaria ha replicato la regione dell’Umbria attraverso il vice-presidente, di Terni, Fabio Paparelli:”Non è vero che c’è assordante silenzio, anzi è vero il contrario: da parte della Regione Umbria c’è sempre stata grande attenzione al ruolo dell’Università a Terni” , replica Paparelli che aggiunge “va però precisato che la programmazione e gestione dei corsi universitari è competenza esclusiva dell’Università degli studi, né potrebbe la Regione intervenire direttamente nel sostenere il salario di ricercatori e/o docenti. La Regione semmai interviene, nel quadro di accordi e programmi, per finanziare specifici progetti di ricerca, come peraltro ciò è sempre avvenuto, e nello specifico caso di Terni, con cospicui finanziamenti da parte della Regione Umbria”.
“Disponibilità questa – prosegue Paparelli – che la Regione riconferma, con la disponibilità altresì a valutare progetti che dovessero giungere dall’Università degli studi”.
Per ciò che riguarda la facoltà di Medicina, “la Regione ha sempre garantito pari dignità nei rapporti con le Aziende ospedaliere universitarie”.
“Anche nell’ambito del percorso per il riconoscimento del territorio Terni-Narni quale area di crisi complessa – afferma il vicepresidente Paparelli – l’Università, se lo vorrà, potrà svolgere un ruolo importante nell’ambito di programmi per sostenere la ricerca universitaria”. “Riteniamo perciò necessario un confronto tra istituzioni locali ed Università – conclude – dal quale ci attendiamo di conoscere quali indicazioni verranno per il rafforzamento del polo universitario a Terni”.